Mario Draghi, uno di noi! Sua Divinità scopre che Big Pharma non è una associazione caritatevole. E neppure un normale raggruppamento economico che segue regole di correttezza ed onestà. No, anche il presidente del consiglio si è accorto che le grandi multinazionali del farmaco rappresentano un grave pericolo e che, nella vicenda dei vaccini anti Covid, hanno vergognosamente preso in giro l’Europa.
Oddio, le vittime delle prese per i fondelli sono – spesso – le principali colpevoli. Perché essere stupidi non è proprio una grande conquista. Soprattutto quando si vuole ad ogni costo essere stupidi. Basterebbe chiedere a Thierry Breton, commissario europeo impegnato a tutelare non la salute degli europei ma gli interessi di Big Pharma.

Ora, però, Sua Divinità annuncia di aver aperto gli occhi. E lascia intendere che l’Europa dovrà investire, e pure tanto, per uscire dalla situazione di dipendenza dagli strozzini angloamericani. Bene, bravo, bis. Considerando appunto la presenza, in commissione europea, di squallidi personaggi come Breton, si può prevedere che gli investimenti possano partire tra 20/25 anni. Per vedere risultati apprezzabili – sempre che i nipotini di Breton non si mettano di traverso – servirà altro tempo.
E intanto? Dopo le dichiarazioni di Draghi ci si sarebbe aspettati una netta accelerazione per far arrivare in Italia, e subito, il vaccino russo. Magari anche quello cinese. Persino quello cubano. Fregandosene delle resistenze dell’Ema, palesemente in combutta con Big Pharma. Invece niente. Si lancia il sasso e poi si nasconde la mano. Anzi, si supplica Big Pharma di cambiare rotta e di prestare maggiore attenzione all’Europa. Si va a pietire qualche dose in più da Biden. Si continua ad accumulare ritardi, e morti, pur di non utilizzare Sputnik e di far arrabbiare Big Pharma.
Mario Draghi, uno di noi o sempre uno di loro?