La finanziaria è blindata, i miglioramenti sono esclusi. Dunque i sudditi ed i teorici loro rappresentanti, i parlamentari, devono accettare senza fiatare ciò che ha deciso Sua Divinità Mario Draghi. In compenso tutti possono sbizzarrirsi per una ventina di giorni a sfornare nomi per la corsa al Quirinale.
Il primo, inevitabilmente, è proprio quello di Draghi. Sua Divinità, davvero uno e trino. Perché non solo farebbe il presidente della repubblica, ma controllerebbe anche il suo successore alla guida del nuovo governo. La costituzione più bella del mondo non lo prevede? E chissenefrega, sono anni che viene ignorata quando fa comodo. E, per essere davvero “trino”, Sua Divinità potrebbe anche allargarsi oltre Tevere. Tanto non è che monsu Bergoglio sia messo meglio in fatto di religiosità, di spiritualità. Dunque Draghi presidente ed anche papa avrebbe il merito di eliminare un inutile costo. Potrebbe recuperare l’Imu sulle proprietà del Vaticano, a partire dalle chiese ormai svuotate dalla politica di Bergoglio. Per trasformarle non in luoghi di svago (il divertimento è vietato) ma in spazi per coworking. Dal Papa Re al presidente papa.
Ma se i parlamentari non volessero rinunciare ad essere comandati dall’attuale presidente del consiglio, e soprattutto non volessero rischiare elezioni anticipate che li spedirebbero a casa, si dovrebbe individuare un altro candidato. Berlusconi è già pronto, con le sue tv pidinizzate per ottenere i voti del Pd e magari anche dei pentapoltronati. E poi non è detto che riuscirebbe a concludere il mandato, così si torna presto a scegliere un nuovo presidente e si garantisce l’alternanza.
Però per la sinistra sarebbe difficile da spiegare agli elettori un voto a favore del nemico di sempre. Si potrebbe provare con Cartabia, una donna. Fa fine e non impegna. Una figura di basso profilo e questo, in politica, può essere un limite nel rapporto con i parlamentari e nelle relazioni internazionali. Però potrebbe essere un pregio a livello umano poiché potrebbe significare una ridotta frequentazione dei poteri che contano e che corrompono.
Oppure si potrebbe puntare su un usato sicuro. Pier Furby Casini, uomo per tutte le stagioni. Centrodestra, centrosinistra, sinistra. Va bene tutto. Moralità discutibile, grande capacità di galleggiamento da vecchio democristiano. Il contrario di Cartabia sul fronte interno. Modesto a livello internazionale. Ma è il caso di ricordare che l’Italia è un Paese irrilevante nella politica mondiale. Una colonia statunitense che non ha libertà di manovra. E che le rare volte in cui ha provato ad essere indipendente si è ritrovata con stragi di avvertimento ed un intervento a senso unico della magistratura. Casini è perfettamente allineato con qualsiasi presidente Usa, dunque non ci sono problemi.
Meglio di Prodi, sicuramente. Perchè il noiosissimo professore emiliano (emiliano come Casini, peraltro, anche se le province son diverse) ha già avuto le sue occasioni ed è stato massacrato dalla fronda interna del Pd. E poi si vuole un presidente che si diletta con le sedute spiritiche? Il caso Moro grida ancora vendetta, anche se i media di regime evitano accuratamente di ricordare il ruolo di Prodi.
Come da copione il centrodestra non è ancora riuscito ad individuare un candidato credibile alternativo a Berlusconi. E se mai riuscisse a scovarlo, si può scommettere che sarebbe un nome caldamente consigliato da Renzi o direttamente dal Pd. Così la sinistra potrebbe eleggere chi vuole ma intestando il successo al centrodestra.
È la democrazia parlamentare, bellezza..