Il guinzaglio di Biden è diventato troppo corto per Sua Divinità Mario Draghi. Che aveva organizzato il suo viaggio a Washington nella convinzione di poter andare alla Casa Bianca a scodinzolare dal padrone. E invece quei cattivoni dei politici della sua maggioranza hanno cominciato a protestare. A voce sempre più alta. Perché i sondaggi, i maledetti sondaggi, hanno evidenziato che i sudditi italiani non sono proprio felici della gestione dell’economia di guerra.
E non si sono ancora resi conto di ciò che succederà nei prossimi mesi se il premier continuerà a correre laddove il petomane lo farà andare a recuperare il bastoncino appena lanciato. Perché il gas che Biden, generosamente, farà arrivare in Italia costerà molto più di quello russo. E le aziende italiane non potranno più competere né con quelle dei Paesi che non applicano le sanzioni né con quelle statunitensi che il gas americano lo pagano meno, non dovendo affrontare i costi della liquefazione, del trasporto via mare e della rigassificazione.
Ma, tra chi in Italia riesce ancora a pensare nonostante l’immondizia propinata dai media di regime, cresce anche l’insofferenza per la crociata scatenata contro i cittadini russi, soprattutto quelli che hanno un ruolo culturale. Un ministro italiano scarsamente istruito si è permesso di far cacciare dalla giuria di un premio letterario un anziano italianista colpevole di essere russo e di conoscere la cultura italiana molto più e molto meglio del ministro. Costretto, poi, a fare una squallida marcia indietro.
Così i partiti hanno iniziato a fare pressioni su Sua Divinità affinché facesse pressioni con il padrone per favorire una trattativa tra Mosca e Kiev. Una trattativa che Biden non vuole. Ma il maggiordomo italiano deve fare i conti non solo con una maggioranza che rischia di sfaldarsi, mandandolo a casa invece che al vertice della Nato, ma anche con un vicino di casa come Macron che sta tentando di riaprire il dialogo con Putin.
Così Draghi si ritrova a prendere ordini a Washington, ad utilizzare i media di regime per convincere i sudditi a sacrificarsi per il bene degli statunitensi, per poi ritrovarsi con sondaggi comunque sfavorevoli. E questo i padroni statunitensi non lo avevano previsto. Persino il Pd comincia a registrare il dissenso di qualche esponente meno guerrafondaio mentre Lega e pentapoltronati sono già chiaramente schierati contro l’invio di altre armi. Per la felicità di Biden è invece l’opposizione meloniana ad uggiolare soddisfatta per le minacce di Washington contro Mosca. Ed allora i padroni potrebbero anche decidere di favorire l’uscita di scena di Draghi per sostituirlo con i neo atlantisti. Perché l’entusiasmo della prima fase dell’innamoramento potrebbe portare un nuovo governo ad imporre sacrifici sino all’ultimo italiano.