La dragonboat – letteralmente “barca drago” – è un’imbarcazione tradizionale cinese. L’origine è dibattuta, ma tutti gli studiosi sono d’accordo nel collocare la costruzione della canoa prima dell’anno 0. Anche sul nome si discute: c’è chi dice che deriva dal rostro a forma di drago, chi invece pensa che provenga dalla Festa dei Wuyue, un’antica tribù il cui totem era il drago.
Ad ogni modo, la dragonboat, pur appartenendo alla storia cinese, è diventata incredibilmente attuale in Italia. La ragione? Le vicende della politica italiana. Se vi sembra strano, leggete fino in fondo questo articolo e capirete.
La forma e le caratteristiche tecniche della dragonboat
Le dragonboat sono imbarcazioni aperte, con la chiglia lunga e leggermente incurvata. Nascono per navigare sui fiumi o comunque su fondali bassi. Sono sprovviste di motore: per avanzare si utilizzano le pagaie.
Esistono vari tipi di dragonboat:
- Barche tradizionali cinesi: hanno una struttura massiccia in tek, un legno di alberi tropicali. Sono lunghe fino a 25 metri e possono ospitare una ventina di persone.
- Dragonboat di Hong Kong: si differenziano dalle dragonboat cinesi per le decorazioni e per il luogo di provenienza. Per il resto le specifiche tecniche sono simili.
- Barche drago di Singapore: anche queste fabbricate in tek e lunghe fino a 25m, sono ancora oggi una componente importante della tradizione di Singapore, nonostante la spiccata modernità che caratterizza il Paese.
- Dragonboat da gara: Gli standard di queste barche sono stati fissati dalla International Dragon Boat Federation (IDBF) per la prima volta nel 1994. In generale, richiamano il modello di Hong Kong con 20 pagaiatori, un timoniere ed un tamburino. La testa e la coda di drago, uguali per tutte le barche, sono rimovibili e trovano impiego solo nelle manifestazioni. Lo scafo non è in tek ma in vetroresina, mentre le rifiniture restano in legno.
La pagaia della dragonboat
La tradizione prevede una pagaia in legno, con un’impugnatura, di solito sagomata, un manico e la pala piatta. Così costruito, il remo consentiva agli occupanti della barca di spostarsi sui fiumi e sulle acque più tranquille.
Le moderne pagaie da gara sono invece di altri materiali, più leggeri o performanti, come l’alluminio o il carbonio. Nello sport agonistico la lunghezza della pagaia è regolamentata e varia da 1,05 m a 1,30 m. La forma della pala è invece standard e ha una larghezza massima di 18 cm.
La dragonboat e la politica italiana
Come spiegato in questo articolo, la dragonboat è diventata la perfetta metafora della situazione italiana. Si deve navigare tutti assieme, nella stessa direzione, cercando di restare a galla e pregando che non arrivino onde alte. E poi il nome richiama quello del probabile prossimo Presidente del Consiglio.
Insomma, questa crisi di governo tra i tanti aspetti criticabili, ne ha uno positivo: ha aiutato gli italiani a conoscere una tradizione cinese.