Toh, piove. È novembre e fa freddo. In montagna nevica persino. Proprio come sempre. E poco importa se i gretini vanno in giro in costume da bagno e maglietta per essere coerenti con il riscaldamento globale. Il problema non sono loro, che verranno dimenticati come le sardine quando Soros si sarà stancato di finanziare gli ambientalisti di complemento.
Il problema vero sono gli altri, quelli che con il cambiamento climatico devono convivere davvero. Ogni anno si passa, immancabilmente, dagli articoli di giornalisti pigri che prevedono alluvioni continue agli articoli dei mesi successivi in cui gli stessi giornalisti, con scarsa memoria, annunciano una siccità senza ritorno. E così stagione dopo stagione, anno dopo anno. Con, in mezzo, qualche analisi intelligente di qualcuno considerato esperto non perché va a fare il pagliaccio in tv ma perché vive i problemi sulla propria pelle.
Certo, non sono analisi sui massimi sistemi da parte di una ragazzina presuntuosa ed ignorante. Perché, ad esempio, il problema della siccità viene affrontato consigliando la creazione di bacini in grado di accogliere l’acqua abbondante delle piogge autunnali e primaverili, per rilasciarla nella stagione più calda. Troppo facile.
Perché la politica italiana vive di massimi sistemi che non possono essere affrontati nell’immediato. Ed hanno paura delle soluzioni concrete e fattibili poiché li impegnerebbero nell’immediato, li costringerebbero a prendere decisioni, a compiere delle scelte. Dunque meglio organizzare convegni sul ritiro dei ghiacciai – ignorando che in epoca medievale si poteva transitare d’estare sui passi delle Alpi ad oltre 3mila metri perché il ghiaccio non c’era – piuttosto di dover litigare con i diversi territori per la scelta del sito dove collocare un bacino per la raccolta di acqua.
Anche perché non basta scavare un buco, occorre anche immaginare come valorizzare il bacino trasformandolo non solo in una opera per l’irrigazione o per l’energia, ma anche per trasformarla in una attrattiva turistica. Faticoso, complicato, divisivo. Meglio un convegno sul nulla.