Michel Roccati ha potuto provare l’emozione di camminare nuovamente grazie a una tecnica innovativa. Il tutto grazie all’intelligenza artificiale. Il giovane ha seguito un allenamento basato sui programmi di stimolazione e ha potuto così recuperare massa muscolare, potendo muoversi in modo più autonomo.
Michel dopo un grave incidente in moto, nel 2017, era rimasto paralizzato. Adesso un elettrodo stimola con impulsi elettrici il suo midollo danneggiato. Questa tecnologia, secondo una ricerca di uno studio pubblicato su “Nature Medicine”, è in grado di ripristinare il movimento in poche ore.
Michel, 30 anni di Montaldo Torinese, ha raccontato all’Ansa la sua esperienza all’interno di un programma di ricerca che ha visto coinvolti altri 2 volontari, di età compresa tra i 29 e 41 anni, con l’obiettivo di riuscire a restituire la capacità motoria a chi è rimasto paralizzato per traumi alla colonna vertebrale. Ad agosto la sua vita è cambiata. Si è sottoposto a un intervento chirurgico, in cui gli sono stati impiantati degli elettrodi nella colonna vertebrale e un dispositivo nell’addome che raccoglie i dati in arrivo da un device. Dopo la convalescenza post-operatoria Michel è andato nei laboratori Epfl, “dopo un solo giorno di allenamento ho mosso i primi passi e poco dopo camminavo”, spiega con grande emozione.
Gli impianti, sono stati realizzati al Politecnico di Losanna, e stimolano l’area del midollo spinale che attiva i muscoli del busto e delle gambe, permettendo ai pazienti con paralisi completa di camminare. Dopo una formazione approfondita per acquisire dimestichezza con l’utilizzo del sistema, i pazienti selezionano l’attività desiderata su un tablet che invia un messaggio a un altro dispositivo simile a un pacemaker.Si spera che attraverso altre approfondite ricerche questa tecnologia possa essere utilizzata per altri tipi di condizioni neurologiche, come il morbo di Parkinson. La ricerca è a buon punto, annuncia Gregoire Courtine, dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, che ha co-diretto lo studio, pioniere in questo genere di ricerche, con la partecipazione dell’italiano Silvestro Micera, che lavora fra l’Epfl e la scuola superiore Sant’Anna di Pisa. La grande speranza è che in futuro il dispositivo possa essere disponibile per tutti.