Un terzo dei ricoveri in ospedale sono impropri, ossia inutili. Bisognerà, per il futuro, incentivare l’assistenza domiciliare: la casa dovrà essere il luogo di cura, di protezione, di aiuto alle persone anziane. Non c’è un’assistenza di prossimità, non c’è una rete sul territorio a proteggere i nostri anziani, nel nostro Paese siamo ancora molto indietro.
L’Italia è la prima nazione in Europa per numero di anziani e la seconda al mondo dopo il Giappone. È necessario, quindi, riformare un sistema di assistenza alle persone nel lungo termine, aiutandole nel tempo. Maria Teresa Bellucci, viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, parla di un provvedimento in grado di assicurare il diritto di “continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio” e di semplificare e integrare “le procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente”. Tante le novità approvate in Parlamento. Il via libera al ddl Anziani, ha come obiettivo quello di assicurare il diritto di “continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio” e di rendere semplici e integrare “le procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente”.
La viceministra Bellucci sottolinea come il Patto definisca “una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana” che avrà il compito di coordinare gli interventi. Tra gli obiettivi, quello per la prevenzione della fragilità, anche mettendo in campo interventi a favore dei cargiver familiari. Saranno migliorati pure gli strumenti di sostegno economico, che si incroceranno con progetti di rigenerazione urbana. “Non abbiamo puntato su bonus o spot ma su una riforma strutturale che abbia cura dei nostri anziani” specifica la Bellucci.
Provvedimenti che eviteranno che un milione e trecentomila ricoveri di anziani in ospedale, su cinque milioni, siano l’unica soluzione per una famiglia. Gli anziani vanno al pronto soccorso perché non hanno alternative. Per questo nel disegno di legge, la Bellucci immagina, un welfare di prossimità. I numeri rendono evidente la sfida: gli over 65 che beneficiano dell’assistenza domiciliare sono, secondo Italia Longeva, il 2,7%, meno di 3 su 100, a fronte di valori europei che oscillano dal 7 al 20%.
È importante ricordare che offrire e garantire alle persone anziane un sostegno domiciliare costante comporta numerosi benefici psicofisici sia per l’anziano che non viene allontanato dai suoi affetti e dalla sua abitazione, sia per i familiari che vedono un alleggerimento del loro impegno quotidiano, con la possibilità di dedicare del tempo di qualità alla persona cara.