Funerali di stato per Silvio Berlusconi o per Forza Italia? È evidente che la scomparsa del leader determinerà la fine anche della sua creatura politica. Un partito, anche quando è di plastica, resta comunque differente da una società per azioni in cui è sufficiente cambiare il manager per continuare ad andare avanti e, magari, migliorare pure.
Il Cav ha accuratamente evitato di far crescere un delfino in grado di proseguire il suo sogno politico. Le rare volte che ci ha provato è restato profondamente deluso. Personaggi infidi o privi di carisma, fino ad arrivare a Tajani che rappresenta la dimostrazione pratica della volontà finale di Berlusconi: essere sepolto insieme alla sua creatura. E dunque aveva scelto Tajani proprio per la sua inconsistenza. Non poteva essere una minaccia interna sino a quando Silvio era vivo, non poteva ambire ad essere il successore. Tantomeno Fascina, la compagna che si è assunta in pubblico la responsabilità delle ultime epurazioni.
Già, ma adesso? Sul fronte numerico non ci sono problemi. Tutti gli eletti resteranno attaccati alla poltrona. Eventualmente la cambieranno di colore. Qualcuno emigrerà tra i meloniani, qualcun altro chiederà asilo tra i leghisti. Però occorre guardare al futuro, se si vuole restare in politica anche dopo le prossime elezioni.
Ed il futuro, per chi crede di essere un centrista, moderato e liberale, può essere solo Renzi. La credibilità nazionale dei vari Lupi, Toti, Brugnaro è pari a zero. Dunque o si tratta con Meloni e Salvini, oppure si spera che il bugiardissimo scarichi Calenda, si allontani dall’armocromata Elly, e crei davvero un partito centrista. Un partito che potrebbe valere un 8/10%. Insufficiente per governare da soli, determinante per sostenere un destracentro che si trasformerebbe in destra e basta con la scomparsa di Berlusconi.
Sotto l’aspetto della politica economica Forza Italia ed Italia Viva non sono molto lontane. Ci sono sensibilità diverse, però, sul fronte dei diritti civili. La parte moderata cattolica dentro Forza Italia, o tra le formazioni minori della galassia del centrodestra, non seguirebbero un Renzi appiattito sull’armocromata. Niente Zan o Cirinnà, per chiarire. Dunque occorrerà capire se il bugiardissimo si candiderà ad essere l’erede di Silvio o se preferirà restare in quella zona grigia dove duella con il pariolino Calenda.
Nel primo caso, anche con una percentuale limitata, si troverebbe ad essere determinante per la sopravvivenza del governo e della coalizione di destracentro costretta a spostarsi verso il centro. In caso contrario risolverebbe non pochi problemi alla coalizione Meloni/Salvini. Perché Forza Italia alla deriva potrebbe spingere il governatore del Piemonte, Cirio, ad accasarsi tra i fratelli di lady Garbatella. In questo modo Fdi avrebbe finalmente una Regione del Nord e potrebbe lasciare alla Lega il Veneto.