Non è confortante l’ultima relazione della Dia, secondo cui coesisterebbero nuovi rapporti con le mafie nigeriane, soprattutto nella città di Palermo dove gli affari con i centrafricani sembrano aver acquisito un vantaggio competitivo nel settore degli stupefacenti.
La conferma che in Sicilia coesistono diverse matrici mafiose, accordi che permettono di rinunciare alla violenza e ai conflitti cruenti per permettere affari illeciti. In questi interscambi, un ruolo importante è quello del boss mafioso Matteo Messina Denaro, “latitante da quasi 30 anni, è ancora -secondo la relazione al Parlamento della Dia- la figura criminale più carismatica di Cosa Nostra e in particolare della mafia trapanese“. “Nonostante la lunga latitanza egli resterebbe il principale punto di riferimento per far fronte alle questioni di maggiore interesse che coinvolgerebbero l’organizzazione oltre che per la risoluzione di eventuali controversie in seno alla consorteria o per la nomina dei vertici di articolazioni mafiose anche non trapanesi”.
La relazione semestrale presentata alle Camere dalla Dia, mette in evidenza che, soprattutto nella città di Palermo, la mafia nigeriana è in grado di governare l’offerta e la domanda, gestire i flussi di sostanze stupefacenti e soprattutto i numerosi proventi derivanti da un mercato che non ha subito contraccolpi nonostante la pandemia.
La droga, e il suo commercio, rimane la prioritaria forma di arricchimento dei clan nigeriani. Mentre Cosa Nostra riesce a realizzare un controllo diffuso, sul territorio di competenza, nel mercato legale dei giochi e scommesse online e riesce a colmare ogni forma di vuoto dello Stato in ragione di una solida propensione a sfruttare le debolezze e a speculare su aziende e comunità in difficoltà. Una crisi pandemica che avrebbe favorito il diffondersi della disoccupazione giovanile che, nel tempo, ha favorito il consenso, soprattutto nelle aree più povere della Sicilia.
Come presentato dal rapporto della Dia “Un welfare state mafioso capace di assicurare posti di lavoro presso aziende a attività commerciali sottoposte a estorsione, impieghi nella filiera criminale dello spaccio di sostanze stupefacenti e distribuzione di generi alimentari in favore di famiglie in difficoltà, rappresenta oggi il miglior investimento possibile delle mafie per garantirsi in futuro il perpetuarsi del controllo sociale e territoriale”.