È arrivata l’ora dell’Italexit. Ma non dall’Europa. Italexit dalla Nato. E non solo dell’Italia ma dell’intera Europa. Peccato che a Versailles i maggiordomi di Biden abbiano preferito discutere dei sacrifici da imporre ai rispettivi sudditi per far contenti i burattinai del petomane di Washington. Sacrifici per fronteggiare i rincari provocati dalle sanzioni alla Russia, sacrifici per aumentare le spese militari non in vista della creazione di un esercito europeo libero ed indipendente – seppure in tempi certo non brevi – bensì per rafforzare la Nato consentendo ai padroni statunitensi di ridurre le proprie spese.
D’altronde bisognava essere molto ingenui per credere davvero che i maggiordomi riuniti nella reggia potessero avere uno scatto di dignità pensando ad un futuro di libertà per l’Europa. La stessa ingenuità necessaria per credere alla correttezza ed all’onestà dei principali quotidiani impegnati, ormai da tempo, in una squallida operazione di censura di tutto ciò che non rientra nel pensiero unico obbligatorio. Non soltanto in relazione alla guerra in Ucraina.
Basti pensare all’esilarante commento del Corriere della sera in merito all’anniversario dimenticato della morte di Giuseppe Mazzini. Per fortuna dell’immancabile Trocino, autore dell’articolo, il suo idolo Mattarella si è ricordato dei 150 anni dalla scomparsa dell’apostolo del risorgimento (e ci mancherebbe che il sovradimensionato staff del Quirinale se ne fosse dimenticato). Poi, però, Trocino si indigna perché a ricordare Mazzini è ormai quasi esclusivamente la destra che lui definisce “post fascista”. E si capisce che scrivere “post” gli pesa molto. Cita Carlesi, Veneziani, la casa editrice Eclettica. Oltre, ovviamente, all’immancabile Mussolini che, con il contributo di Gentile, si sarebbe appropriato indebitamente dell’eredità morale e politica di Mazzini.
Un’opera facile facile, considerando che – come deve ammettere anche il Corriere – “Antonio Gramsci definiva il pensiero mazziniano «affermazioni nebulose» e «vuote chiacchiere» e Piero Gobetti aprì la sua Rivoluzione liberale scrivendo: «Se ci richiedono dei simboli: Cattaneo invece di Gioberti, Marx invece di Mazzini». Poi lo definì «romantico, vaporoso, impreciso»”. Insomma, la sinistra che piace al Corriere aveva scaricato Mazzini mentre la rivoluzione dannunziana di Fiume lo esaltò e la Carta del Carnaro ne fu ispirata, così come quella destra sociale ora accantonata dai neo atlantisti ed ex patrioti.
D’altronde Mazzini diede anche vita, dopo la Giovane Italia, alla Giovane Europa che non doveva essere una colonia degli Stati Uniti d’America. Dunque Mazzini diventa un monumento da ornare con corone d’alloro purché il suo pensiero non venga riesumato. Perché sarebbe scomodo da presentare ai maggiordomi di Biden che umiliano l’Europa e maltrattano i propri sudditi nel nome dell’atlantismo più becero.