Ancora incertezza per il turismo italiano. L’aumento dei costi dei carburanti ha ripercussioni sul costo dei viaggi, e gli italiani hanno deciso di diminuire il budget. Un italiano su tre taglia le spese di soggiorno e viaggi.
I dati sono di Assoturismo Confesercenti e mettono in evidenza un panorama del settore desolante. Anche la domanda internazionale rimane sotto le attese. Si registra una riduzione di circa il 30% delle prenotazioni per il periodo primaverile. Il conflitto russo-ucraino, oltre a penalizzare i Paesi coinvolti direttamente, sta avendo inevitabili ripercussioni anche sui bilanci degli altri Paesi e di conseguenza potrebbe limitare anche la voglia di viaggiare e andare in vacanza. A soffrirne pertanto paesi come l’Italia dove, con il suo 13% del Pil nazionale, il turismo rappresenta una colonna portante dell’economia.
Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, conferma che la guerra in Ucraina ha ridotto in maniera notevole la totalità dei viaggi in Europa. Si assisterà a una diminuzione globale delle prenotazioni da tutta l’area dell’Europa orientale e del Baltico, dalla Finlandia all’Ungheria passando per Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania, realtà turistiche che prima della pandemia avevano mostrato un crescente interesse nella destinazione Italia, e anche dall’America. I provvedimenti varati dal Governo per il contenimento dei costi energetici e per l’estensione degli ammortizzatori sociali per il turismo fino a fine anno sono senz’altro positivi, ma non è da escludere la necessità di nuovi sostegni in caso non ci sia l’auspicato superamento dell’emergenza in tempi brevi.
È Confesercenti a lanciare l’allarme: “Grave impatto del conflitto dopo due anni di pandemia”. La guerra sta rallentando la ripresa. La crescita dei costi di energia, gas e carburante potrebbero portare il nostro Paese ad una inflazione di circa l’8% già nel 2022. In Italia non si vedevano dati di questo genere dagli anni ’80. Il tutto potrebbe tradursi in 26 miliardi di euro di minori consumi ed una diminuzione di 41 miliardi dell’aumento previsto del Pil. Tenendo conto che già circa 350mila lavoratori indipendenti hanno perduto il proprio lavoro in questi ultimi due anni. Le aziende sono danneggiate proprio dalle attività collegate a turismo e a ristorazione.
Il turismo incoming, ovvero quello tra Paesi all’interno dell’Unione, potrebbe risentire meno degli eventi, quello di lungo raggio è maggiormente a rischio, sia per le azioni dirette intraprese in questi giorni (le sanzioni contro la Russia e, specularmente, l’inserimento dell’Italia nella lista dei Paesi ostili) sia per una percezione che può diffondersi velocemente nel resto del mondo.