E se l’attacco a freddo di Occhiuto, neopresidente della Calabria, contro Salvini e Meloni non fosse l’ennesimo errore di comunicazione del centrodestra? E se fosse una strategia ben precisa? La seconda battuta dopo quella della conversazione del sultano di Arcore con Massimo Giannini (direttore della Busiarda di Torino) in cui Berlusconi chiariva che affidare la guida del Paese a Meloni e Salvini sarebbe stato uno scherzo di pessimo gusto?
Al di là delle chiacchiere elettorali, delle foto ad uso dei gonzi di abbracci e baci tra i leader, lo scollamento tra i vertici dei tre partiti di centrodestra è più che evidente. E se tra Fdi e Lega può essere solo una questione di sacrosanta rivalità elettorale ma gestita malissimo, con ciò che resta di Forza Italia il solco è netto. Due mondi sempre più lontani.
Si può pensare di federare Fi e Lega, solo in nome di una somma di voti per mettere in minoranza Fdi. Ma sarebbe un’unione innaturale e destinata al fallimento. Però sarebbe destinata al fallimento anche una corsa solitaria dei berluscones. Che fare, dunque? Il risultato di Roma diventa interessante. Perché il 17% conquistato da Calenda comincia a far gola. È vero che sul resto del territorio italiano Azione è pressoché inesistente, però l’ex ministro ha dimostrato di poter essere più efficace di Renzi. Quanto a Forza Italia, la realtà non è quella miracolata della Calabria, ma quella della stentata sopravvivenza nel resto d’Italia.
Se a ciò si aggiungono i ripetitivi discorsi berlusconiani sulla collocazione centrista e moderata, si può cominciare a pensare ad una intesa non con la Lega ma con Calenda. E le capacità federative del sultano potrebbero essere utili per coinvolgere anche Renzi. In fondo Maria Elena Boschi può tranquillamente far battere il cuore del vecchio Silvio, peccato che sia anche intelligente e questo può spaventare la corte di personaggi di basso livello che frequentano Arcore. Un nuovo contenitore politico con la base forzista e con la classe dirigente renziana e calendiana.
D’altronde il sultano non è eterno, l’età è avanzata, la salute fisica e mentale non sembra ottimale. E chi si allea con lui sa che potrà presto prendersi l’eredità politica. Magari Renzi e Calenda si ritroveranno a litigare per spartirsi le spoglie, vista la mancanza di concorrenza in Forza Italia.