Sarà anche difficile, come cantava Battiato, “trovare l’alba dentro l’imbrunire”, ma al Guardian ed al Corriere della Sera hanno paura che sia più facile trovare la sinistra dentro la destra. Il giornale inglese dapprima fa illudere i compagni del quotidiano di via Solferino spiegando che, in Gran Bretagna, i giovani si stanno spostando sempre più a sinistra. Sono diventati profondamente anti capitalisti, ritengono che il capitalismo sia il vero responsabile della povertà, della mancanza di alloggi, dell’inquinamento e della distruzione ambientale.
Non è un fenomeno solo britannico. Anche negli Usa sono scesi sotto il 50% i giovani che apprezzano il modello capitalista, con un crollo dei consensi proprio negli ultimi anni.
Comprensibile, dunque, la soddisfazione dei compagni in redazione del quotidiano di braccino Cairo. Poi, però, inizia a serpeggiare qualche dubbio. Perché i giovani inglesi apprezzano Marx. Si spera che non l’abbiano letto. Ma se sfogliano i libri e, nel Capitale, si trovano di fronte alle critiche rivolte all’esercito industriale di riserva? Magari rischiano di non apprezzare più l’invasione che permette di ridurre salari e diritti. E se in questa offensiva anti capitalista si mettono a criticare la povera Cirinnà che, nell’immensa tenuta di Capalbio, deve fare i conti con la servitù che se ne va?
Per fortuna c’è la Manica a frenare la diffusione del contagio inglese. Qui in Italia i ragazzi riescono ancora a farsi fregare da Greta e dalla sua squadra. Scendono in piazza per la difesa dell’ambiente, per la tutela della biodiversità e poi scrivono cartelli in inglese per abbattere ogni diversità, ogni tipicità, ogni differenza etnica e culturale. Difendono la specificità delle cimici e cancellano la specificità dei diversi popoli. Veramente geniale.
Ma la conclusione è davvero preoccupante per i compagni del Corriere. Perché logica vorrebbe che, se i giovani si spostano a sinistra, alle elezioni vincano i partiti che si definiscono di sinistra. Macché, i giornalisti inglesi spiegano che le risposte “di sinistra”, quelle desiderate dai giovani, non arrivano dallo schieramento progressista ma dai partiti populisti. Perché di fronte allo sfruttamento sui luoghi di lavoro, di fronte alla precarietà, alla mancanza di prospettive, alla speculazione edilizia, all’inquinamento per accrescere i profitti, i giovani che riscoprono la lotta sociale non vogliono una risposta che consiste nella libertà di invasione e nella criminalizzazione delle opinioni non politicamente corrette.
Però in via Solferino possono stare tranquilli: le destre partitiche italiane sono al servizio di Confindustria e di Washington. Nessuna voglia di tutelare i diritti sociali, nessuna capacità di intercettare un cambiamento giovanile. Meglio non ricordare i giorni di D’Annunzio a Fiume, il socialismo di Mussolini, gli anarcofascisti, i nazimao. A Bonomi non piacciono ed a Trump nemmeno.