Il governo atlantista è già pronto a cedere su tutta la linea. Per ciò che concerne l’esecutivo, Tim può diventare americana, passando sotto il controllo del fondo Kkr. Tanto sono finiti i tempi in cui Massimo D’Alema definiva “capitani coraggiosi” i pescecani che avevano dato l’assalto a Telecom per poi spolparla. Non lo erano quelli di allora, non ce ne sono di veri tantomeno adesso. E poi in Tim il primo azionista è la francese Vivendi. Lo shopping delle imprese italiane attira sempre di più. Forse Kkr ha deciso di approfittare delle offerte del black friday.
E di fronte alla prospettiva di perdere un’impresa strategica per l’Italia, il governo dei Migliori riesce solo ad entusiasmarsi perché l’offerta è elevata e significa che Tim ha ottime prospettive di crescita. Naturalmente il governo di Sua Divinità non nasconde di fregarsene completamente della sorte dei 40mila dipendenti. Quattro parole di routine, per salvare la faccia, nulla più. Siamo atlantisti o no? Ed allora bisogna accettare qualsiasi decisione dei padroni americani senza rompere troppo le scatole. Gli azionisti saranno premiati da un’offerta estremamente vantaggiosa, non è detto che anche gli italiani siano premiati sul fronte del completamento della connessione con la banda ultralarga. Uno dei progetti fondamentali del Pnrr, strategico per ogni progetto di sviluppo del Paese.
Non è proprio una grande idea affidare ad un fondo di investimenti, per di più straniero, la strategia del rilancio nazionale. Se Kkr si prende Tim con determinate promesse e poi, per le ragioni più varie, si rimangia gli impegni, l’Italia si ritrova in un cul de sac da cui avrà difficoltà a riprendersi. E non è certo la prima volta che una multinazionale prende ciò che vuole e poi abbandona il giocattolo quando non è più conveniente.
Ben sapendo che, sul fronte interno, non pagheranno mai per le scorrettezze.
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è il Cyber Monday di Draghi. Svuoto Tutto.