Vennero dei Magi dall’Oriente. Solo questo, in buona sostanza, ci racconta Matteo, l’unico accenno nei Canonici a tali, misteriosi, visitatori.
Chi fossero, questi Magi, non ci viene detto. Né quanti fossero, per altro. Ché il numero canonico di Tre deriva dagli Apocrifi, e in particolare da quelli di tradizione copta. Che ha sempre mantenuto un culto particolare per questi Re… Oddio, re… Anche questo è incerto. Mentre che fossero Maghi e non Magi, come ha voluto la Chiesa, è ben chiaro. Anche perché, alla fin fine, i due termini si equivalgono. Entrambi dalla radice iranica “mag-” che vuol dire Potere. Forza. Ed indicavano una particolare stirpe sacerdotale del popolo dei Medi. Poi divenne indicativo dei sacerdoti del culto di Ahura Mazda, la figura divina centrale del complesso sisistema religioso del profeta Zarathustra. Altra figura che sfuma nell’oscurità della leggenda, visto che Aristotele lo colloca ben tremila anni prima di Platone. E anche se gli storici moderni propongono ben altre datazioni, più prossime e “ragionevoli”, lo Stagirita resta per me il Maestro di color che sanno…

Comunque, chi volesse sapere davvero qualcosa di più sui Magi evangelici, vada a leggersi il saggio di Franco Cardini. Che racconta meravigliosamente tutto, ma proprio tutto ciò che si può sapere sul tema. E, forse, anche qualcosa di più…
A me basta ricordare che questi tre, o quattro o più, dovevano essere astronomi. E seguirono una Stella. Forse una straordinaria e luminosa congiunzione di pianeti come quella tra Giove e Saturno cui abbiamo assistito nelle scorse notti.
Indicava la nascita del Saoshyant. Il Salvatore, preannunciato millenni prima da Zarathustra. E vennero a portargli doni, con un lungo viaggio. Oro, incenso e mirra. Il Re, il Sacerdote, il Terapeuta.
De qui un uso di cui mi parlava la mia bisnonna materna , che morì vecchissima, e che era insubre. Terra a nord di Varese, dove, ai suoi tempi, non passava la Befana. Venivano i Magi. E in tre diverse notti, dal 3 al 6 di Gennaio. Perché passavano uno alla volta. E i bambini mettevano gli zoccoli sulla finestra. E per tre albe li trovavano colmi di frutta secca e dolciumi… Un retaggio, probabilmente, della dominazione spagnola sulla Lombardia. Perché in Spagna l’Epifania è festa assai grossa. Più importante del Natale. E la Cavalcata dei Re per le vie un evento molto atteso.
I Magi vengono da Oriente. Da dove sorge il Sole. Da quegli altipiani iranici che furono una delle culle, se non addirittura la principale matrice della nostra civiltà. Idee come quelle del Paradiso – che in persiano significa “giardino” – e inferno vengono da lì. E con loro un certo modo di concepire la vita, la morale… la morte.
E viene da lì il monoteismo – ma meglio sarebbe dire Enoteismo, visto che intorno all’uno non escludeva altri Dei – Solare che, appunto, nell’Epifania si celebra. Rievocando, nelle Chiese ortodosse, il Battesimo del Giordano. E in una data, il 6 Gennaio, che era il Solstizio d’inverno secondo l’antico Calendario Egiziano. Da cui Cesare derivò il nostro…
La storia dei Magi porta dunque con sé quell’alone di fiaba esotica che ritroviamo nell’immaginario fantastico dei racconti di Sherazade. Alì Baba e i Quaranta Ladroni… Alhadin… Simbad e i suoi mirabolanti viaggi… Un immaginario che non sembra aver nulla a che spartire con le nostre festività natalizie… eppure…
Eppure quando sorge il Sole noi continuiamo a guardare l’orizzonte in direzione dell’Oriente. E a sognare, nel bel mezzo del nostro gelido inverno, sabbie infuocate e venti roventi. Ad immaginare danzatrici sensuali in vaste tende dove arde l’incenso, e ad avvertire insoliti profumi di spezie…
Forse per questo usiamo, per l’Epifania, mettere nella calza appesa al camino anche datteri, frutta disidratata, fichi secchi..
I Magi sono passati ormai, anche quest’anno. Ed hanno recato i loro doni. Forse, il più atteso avrebbe dovuto essere la misteriosa Mirra. Simbolo dei Taumaturghi. Della Guarigione. Quella dai Mali dell’anima, che si fanno malattie del corpo. E che garantisce la vita eterna. Non la sopravvivenza terrena. Per quella, impossibile, bisogna rivolgersi altrove. Ai moderni emuli di Frankenstein…

Domani per le Chiese Orientali, che ancora seguono il Calendario Giuliano, è Natale. Per noi, invece, inizia il Carnevale. Tempo ordinario, per una Chiesa Cattolica che ormai non riesce a concepire alcunché di straordinario. Per il resto, festa di maschere e demoni… Mi sembra molto appropriato…