In un’intervista a Lo Spiffero, l’ex ministro della Sanità Balduzzi si prende il merito di aver tagliato “solo” 600 milioni alla sanità italiana. Il merito poiché, assicura, il famigerato governo Monti di cui faceva parte aveva previsto un taglio di 2 miliardi.
Questo è il simbolo perfetto di cosa significhi affidare l’Italia ai sedicenti esperti. Quanti morti di oggi, e di ieri, sono la conseguenza dei 600 milioni di euro cancellati? Degli ospedali chiusi da Zingaretti nel Lazio o da Saitta in Piemonte? Ce lo chiedeva l’Europa. Anzi, ce lo ordinava attraverso i suoi emissari, a partire dal grigiocrate Monti e dai suoi complici.
Quanti morti valgono 600 milioni di euro? Curioso che la domanda non se la pongano i magistrati, quelli che imbastiscono processi contro chi ha osato tenere in nave, per pochi giorni, i clandestini che volevano entrare in Italia. Ma a quegli stessi magistrati poco importa di conoscere i rapporti tra i tagli alla sanità e le migliaia di morti italiani perché il sistema sanitario non è adeguato.
La priorità, come spiega un assessore comunale torinese, è ora quella della lotta contro il razzismo. Non la sopravvivenza delle persone malate, non la tenuta morale di chi è agli arresti domiciliari e non si sa per quanto tempo, non la sopravvivenza economica dell’intero Paese. Macché, la priorità è la lotta al razzismo. Poverino, bisogna anche capirlo. Avendo poche idee, ma confuse, può parlare solo di quello. E pazienza se, nel frattempo, il mondo ha scoperto altre emergenze e deve lottare per altri scopi. Lui, l’assessore, non se n’è accorto e si fa intervistare adesso per la sua priorità. E chissenefrega delle ambulanze che gli sfrecciano attorno. L’esercito pattuglia le zone di spaccio, quelle che l’assessore non ritiene una priorità. Il questore si preoccupa perché, nelle periferie, cresce l’insofferenza per le misure di arresti domiciliari nei confronti di tutti. Ma il Comune di Torino lotta, adesso, contro il razzismo.