Il 10 giugno, ormai prossimo, è prevista, e attesa con ansia, una imponente eclissi solare. Che dovrebbe essere visibile da molte latitudini terrestri. In parte, almeno, anche dall’Italia…
Ora, chiarisco subito che io non sono un astronomo… neppure dilettante. E, per quanto affascinato dai mondi che, per dirla parafrasando il Foscolo, ruotano sotto l’eterno padiglion, non ho nessuna intenzione di starmene lì, col naso per aria, a cercare di cogliere il momento in cui il Sole diverrà oscuro, con intorno un alone di luce rossastra che fluttua e riverbera…
E questo solo in parte causa la cervicale non proprio più da ventenne…
Infatti, l’eclissi solare sarà anche uno spettacolo grandioso, ma mi mette addosso una certa… inquietudine. Una sorta di, atavico, timore. Se vogliamo una forma di superstizione.
Perché, da sempre, dalla proverbiale notte dei tempi, gli uomini hanno visto nelle eclissi, in specie quelle di Sole, una tremenda, incombente minaccia.
Paura del primitivo che teme che luce e calore svaniscono per sempre…si dirà… Ma non credo che possa essere così semplice. O semplicistico.
I miti parlano della fine del Sole. Nella Volsungasaga, il canto della Veggente nell’Edda, quando verrà Ragnarok il Grande Lupo Sköll, figlio di Fenrir, figlio di Loki, che da sempre insegue il Sole, finalmente lo raggiungerà. Divorandolo. E il mondo precipiterà nelle Tenebre.
La Fine del Mondo. Il Crepuscolo degli Dei, reso musica dal genio di Wagner.
Ogni eclissi, quindi, è un presagio. Richiama alla mente il destino finale.
“Il Sol morrà, poeta…” dice Pascoli. Per fugare le illusioni di immortalità che, talvolta, prendono possesso delle menti degli uomini. Rendendoli infelici. Ed incapaci di godere l’attimo fugace in cui la rosa fiorisce. E profuma.
Nella tradizione cinese – che ci viene trasmessa attraverso Confucio, che raccolse l’Antologia Classica – l’eclissi di Sole implicava, anzi richiedeva, un particolare rituale apotropaico. Il Re – si parla del periodo dei Regni Combattenti, forse del Re di Chou, ma vado a memoria, e potrebbe fallare – in occasione dell’eclissi di Sole raduna gli arcieri. E cominciano a scagliare un nugolo di frecce in direzione del Sole Oscuro. Storia che lessi su quel denso libretto di Marcel Granet, “La religione dei cinesi”. Per inciso, il secondo volumetto dell’ormai lunga collana della Piccola Biblioteca Adelphi. E scusate la precisazione da vecchio bibliofilo…
Comunque ero ragazzo. E figurarmi quella scena – gli arcieri che combattono contro le Potenze che cercano di oscurare il Sole – mi impressionò. Vi vidi non un semplice rituale scaramantico, ma una vera e propria battaglia. Come se, nel cono d’ombra generato dall’eclissi, si muovessero entità mostruose. Pronte a discendere sulla Terra, per prenderne possesso. E distruggere la stirpe degli uomini. O asservirla.
Certo, erano anche gli anni in cui avevo scoperto i racconti di H. P. Lovecraft. L’incubo incombente dei Grandi Antichi, le mostruose entità esiliate ai margini del nostro Cosmo. E che, però, premono sui suoi fragili argini per tornare… Utilizzando, anche, il sentiero dell’ombra. Il tunnel che si apre in condizioni eccezionali, in cui, per un momento, le leggi di Natura sembrano essere sospese…
Al solito, pensieri oziosi di una sera d’inizio giugno… Però…. Non sarò tra coloro che contempleranno estatici l’eclissi. Chiuderò le finestre. E se avessi un arco… Non si sa mai. Già troppi demoni si aggirano, oggi, fra noi…