Però sono cattivi questi sudamericani. Con tutto quello che gli yanqui hanno fatto per loro, adesso vogliono creare una moneta in stile “euro” per fare a meno del Dio Dollaro. Non c’è riconoscenza. E chi restituisce a Washington tutti i dollari spesi per organizzare e finanziare i colpi di stato? Chi ripaga gli Stati Uniti per la fatica di aver ammazzato gli oppositori un po’ qua e un po’ là? Meno male che le multinazionali statunitensi hanno potuto sfruttare l’America Latina per un bel po’ di anni. E che Washington ha rubato al Messico enormi estensioni di terreno (mica quella cucina e tinello che Putin vorrebbe togliere a Zelensky).
Adesso, però, è brutto scoprire che Brasile ed Argentina potrebbero superare le diffidenze reciproche per dar vita ad una moneta che potrebbe chiamarsi “Sur” e che, inizialmente, verrebbe utilizzata per i commerci tra Brasilia e Buenos Aires per poi essere estesa agli altri Paesi sudamericani. Magari coinvolgendo anche successivamente anche l’America Centrale ed arrivando sino al Messico.
Progetto ambizioso ma per nulla facile da concretizzare. O meglio, non eccessivamente complicato sino a quando riguarda Brasile e Argentina. Ma che diventa sempre più complesso man mano che si estende a Paesi con economie molto diverse. Tutti hanno però ben presente che non ribellarsi al dollaro significa non soltanto subire i condizionamenti politici di Washington, ma anche vedere continuamente frenato il proprio tentativo di sviluppo economico.
Qualora i latinoamericani riuscissero ad avere una moneta unica, rappresenterebbe poco più del 5% del Pil mondiale. E non sarebbe poco, considerando che l’Eurozona vale il 14%. Mentre hanno minor peso all’interno di Banca Mondiale – a livello di totale irrilevanza – sia il Cfa in Africa (ma arricchisce Parigi) sia il dollaro dei Caraibi orientali.
Il Sur seguirebbe dunque la tendenza che si sta rafforzando in tutto il mondo non atlantista di mettere da parte il dollaro, sostituendolo con altre monete da utilizzare nell’interscambio tra i Paesi alle prese con nuovi assetti di alleanze o anche solo accordi.