Le prime parole di Paolo Damilano, sconfitto a Torino dal piddino Strefano Lo Russo, non faranno felici gli elettori del centrodestra che lo hanno sostenuto. Perché il mancato primo cittadino ha dapprima rivendicato il successo della sua lista personale – primo partito del centrodestra e secondo in assoluto – ma poi ha aggiunto che Torino Bellissima si fonderà con i Progressisti, ossia la lista di ex piddini, madamine, varie ed eventuali che erano passati con il centrodestra ma che erano andati incontro ad un disastro totale.
Dunque l’opposizione al Pd sarà affidata ad un partito alleato con gli ex piddini. Scattano gli applausi a Giorgetti che ha voluto questa candidatura. Ed applausi ai “consigliori” di Damilano che non hanno minimamente compreso le periferie preferendo puntare sul centro e sulla collina che, immancabilmente, hanno continuato a preferire la sinistra ufficiale e non quella di complemento. Consigliori che avevano avuto a disposizione il piano per il social housing e le case popolari, predisposto dal professor Vittorio De Pedys e pubblicato nei giorni scorsi da Electomagazine. Ma che, ovviamente, non lo avevano preso in considerazione. Troppo attento alle fasce popolari per interessare chi non conosce Torino ma dà comunque i cattivi consigli senza degnarsi dei buoni esempi.

Eppure Damilano non era un candidato sbagliato. Anzi, considerando i potenziali concorrenti all’interno del centrodestra, era il candidato migliore. Ma i partiti della coalizione avrebbero dovuto mettere intorno al candidato una cintura composta di professionalità, competenze, prestigio. In grado di imporre la propria agenda basata sulla qualità. La qualità nei partiti, però, latitava e Damilano si è circondato di personaggi che non erano minimamente in sintonia con l’elettorato di riferimento.
Ed ora, dopo aver svuotato la Lega attirando le preferenze a Torino Bellissima, evita accuratamente di ringraziare i partiti che lo hanno sostenuto e ingloba i Progressisti. Scelta legittima, ovviamente, ma non proprio entusiasmante per chi lo ha votato pensando ad un percorso molto diverso.