E dopo l’Ucraina sarà la volta della Georgia. Il copione di Washington e dei maggiordomi europei è sempre lo stesso. Si organizzano manifestazioni di piazza, con il sostegno delle Ong finanziate dai soliti “filantropi” atlantisti, si delegittima il governo legittimo, si fa deflagrare la guerra civile e si interviene per “portare pace” e collocare al governo i propri fantocci.
Questa volta la scusa ufficiale è la stretta di Tbilisi nei confronti proprio delle Ong finanziate dall’estero. Il governo ha preteso trasparenza e, contro la trasparenza, i manifestanti sono scesi in piazza. Con una bandiera europea che ha tanto commosso le piangine delle TV italiane pubbliche e private. Perché i chierici della disinformazione italiana sono schierati, evidentemente, contro ogni forma di controllo relativo ai finanziamenti atlantisti alle opposizioni dei diversi Paesi. Ed ora si attende il dotto intervento di Olla al Tg5 per ricordare che Stalin era georgiano e, dunque, una guerra contro Tbilisi sarebbe sacrosanta, praticamente una crociata. Poco importa se il governo ha ritirato il provvedimento, rinunciando alla trasparenza: le proteste di piazza proseguono perché ai finanziatori non interessa la scusa, ma solo il rovesciamento dei governi non totalmente asserviti.
In realtà l’intervento statunitense era già stato deciso nel momento in cui la Georgia aveva ricominciato ad avere relazioni normali con Mosca, dopo la guerra che aveva portato le truppe russe ad occupare le regioni che si sentivano minacciate dal nuovo corso di Tbilisi. Il governo georgiano aveva addirittura annunciato di voler riprendere i collegamenti aerei con Mosca: un affronto per gli statunitensi che hanno una concezione curiosa dell’autodeterminazione dei popoli.
Ma i problemi degli aerei hanno spinto Washington a minacciare anche l’Argentina. Perché il governo peronista, seppur nella versione moderata di Alberto Fernandez, non solo acquista aerei militari dalla Cina ma avrebbe raggiunto un accordo per realizzare in Argentina una fabbrica per la costruzione di questi aerei. Dagli Usa sono giunte subito le intimidazioni e le minacce di ritorsioni. D’altronde il nervosismo nordamericano è in crescita dopo che il Brasile ha accolto due navi militar iraniane, nonostante i “caldi inviti” di Washington a negare l’approdo. Stranamente le piangine delle TV italiane non hanno avuto nulla da dire su queste ingerenze. Non se ne saranno accorte..