La Cina è sempre più vicina. Praticamente a ridosso della Nato. Perché mentre i chierici della disinformazione italiana raccontavano anche quanti bocconi avevano ingurgitato i protagonisti dello show della Nato a Vilnius, si dimenticavano di spiegare che Cina e Bielorussia hanno stretto nuovi accordi di collaborazione in ogni ambito.
A livello commerciale l’obiettivo è un incremento di almeno il 20% degli scambi. “È importante stabilire meccanismi di approvvigionamento, aumentare il trasporto ferroviario e garantire il funzionamento dei corridoi verdi”. Naturalmente aumenterà la cooperazione industriale che punterà sulle tecnologie avanzate e l’innovazione. E poi scienza ed anche formazione congiunta.
In altri termini una cinesizzazione progressiva. In accordo, o in competizione, con Mosca. È la conferma del capolavoro creato da Biden che non solo ha spinto Putin tra le braccia di Xi Jinping ma ha fatto sì che la sfera di influenza di Pechino si ampliasse non solo in Asia, in Africa, in America Latina ma ora anche in Europa. Dunque gli atlantisti si sono portati in casa il “nemico principale” mentre cercavano di massacrare la Russia. E più la Russia si indebolisce, più Pechino può approfittarne.
E non solo. Perché la penetrazione cinese in ogni continente sta spingendo il Sud del mondo a reagire ed a liberarsi dal giogo degli atlantisti. Ogni Paese scopre che lo sfruttamento storico può essere archiviato, che la speculazione finanziaria non è irreversibile, che il dollaro può essere sostituito. E si crea un blocco alternativo sempre più vasto e più forte. Ma nel fortino di Vilnius, evidentemente, non se ne sono accorti. Perché stare chiusi, blindati e spaventati non aiuta a vedere il mondo che cambia.