Fin dal suo insediamento alla presidenza del piccolo stato centroamericano di El Salvador Nayib Bukele ha spinto sull’acceleratore con parole chiave per le giovani generazioni quali cambiamento, rivoluzione e crescita.
Ora che con il suo partito (Nuevas Ideas) conta una maggioranza di più dei 2/3 dei seggi del Parlamento nazionale può procedere spedito senza impantanarsi nella giungla del dibattito con le storiche formazioni di destra (Arena) e sinistra (quel Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale di cui pure ha fatto parte).
Tra i primi passi mossi all’inizio dell’estate c’è stato quello di sostituire i membri della Corte Costituzionale con il chiaro intento di vedersi riconosciuta la possibilità (vietata attualmente dalla Carta fondamentale del Paese) di ricandidarsi nel 2024 per un secondo mandato consecutivo alla massima carica istituzionale. A questa misura ha fatto seguito il pensionamento forzato di quasi 700 giudici della Procura Generale della Repubblica, anche in questo caso sostituiti con persone fidate che hanno immediatamente volto lo sguardo verso le opposizioni costringendo l’ex presidente Salvador Sánchez Cerén, del FMLN, a riparare in Nicaragua per un’accusa di corruzione.
A questo si è aggiunta la decisione di fare di El Salvador la prima nazione al mondo ad utilizzare il bitcoin come valuta nazionale. Nonostante il parere contrario della Banca mondiale Bukele ha equiparato la criptovaluta al dollaro statunitense, dagli inizi degli anni Duemila moneta di Stato, per sganciarsi dall’ingombrante gigante statunitense. In questo caso il cambio di inquilino alla Casa Bianca tra Donald Trump, con cui Bukele aveva un ottimo rapporto, e Joe Biden ha ridotto ai minimi termini il legame tra i due esecutivi. Bukele, che già nel 2019 si era recato in visita ufficiale in Cina e rotto i rapporti con Taiwan, intende sfruttare il più possibile le rimesse degli oltre due milioni di connazionali residenti negli Stati Uniti che coprono il 20% del Pil nazionale e che tramite i nuovi portafogli elettronici avranno la possibilità di eliminare le commissioni. Per spingere i più di sei milioni di abitanti dello Stato a munirsi del Chizo (la cui traduzione sarebbe “ganzo”) è previsto anche un contributo statale pari a 30 dollari.