Il piccolo stato centroamericano di El Salvador continua a far parlare di sé per via dell’uomo forte al potere: il quarantunenne Nayib Bukele. Nel corso dei festeggiamenti per il duecentunesimo anniversario dell’indipendenza del Paese, l’attuale presidente ha annunciato in diretta televisiva la ricandidatura alla massima carica istituzionale per le elezioni previste nel 2024.
Sulle intenzioni di Bukele a riguardo c’erano pochi dubbi ma a far discutere è l’articolo 152 della Costituzione salvadoregna che dichiara incandidabile “chiunque abbia ricoperto l’incarico per un lasso di tempo superiore ai sei mesi nel periodo immediatamente precedente alle votazioni”.
Forte della stragrande maggioranza nell’Assemblea Nazionale ottenuta nel febbraio 2021 e di un tasso di approvazione record giunto all’86% (il più alto dell’intera America latina) Bukele si mostra sicuro delle proprie intenzioni e convinto di ottenere un altro clamoroso successo elettorale.
Dal proprio canto porta in dote agli elettori le vittorie ottenute contro le famigerate gang locali (le pandillas), l’aumento del salario minimo, una buona gestione della fase pandemica, l’avvio di progetti infrastrutturali per l’intera nazione e il mantenimento ad un prezzo basso ed equo del gas.
Nell’anno e mezzo che porterà alla sfida per la presidenza non mancheranno, però, gli ostacoli a partire dall’insuccesso del progetto relativo ai bitcoin equiparati al dollaro come valuta nazionale al quale si affianca un debito pubblico in decisa crescita che ha portato alcune agenzie di rating a prevedere un default del Paese nel breve periodo.