In concomitanza con l’Argentina anche il piccolo Stato sudamericano dell’Uruguay svolgerà il primo turno delle elezioni presidenziali domenica 27 ottobre.
Con l’uscente Tabaré Vázquez impossibilitato a ricandidarsi per via della legge elettorale che impedisce due mandati consecutivi e per via dei sopraggiunti limiti d’età (ne compirà ottanta a gennaio), il partito di governo ha individuato, tramite le primarie, nel sessantaduenne Daniel Martínez il proprio candidato.
Il sindaco della capitale è chiamato a ricalcare le orme di Vázquez, anch’egli sindaco di Montevideo prima di essere eletto alla massima carica istituzionale.
L’obiettivo del Frente Amplio (Fronte Ampio, FA) è quello di dare continuità al progetto della coalizione iniziato quindici anni fa con il primo mandato di Vázquez, proseguito con l’elezione di Pepe Mujica nel 2009 e nuovamente dell’ex medico cinque anni fa.
Gli ultimi sondaggi pubblicati dagli istituti Radar e Factum indicano entrambi Martínez come il favorito con una forbice che non si discosta molto dal 40% delle preferenze. Alle sue spalle Luis Lacalle Pou del Partido Nacional de Uruguay o Partido Blanco (Partito Nazionale dell’Uruguay o Partito Bianco, PN) tra il 22,4 e il 26% dei voti ed Ernesto Talvi del Partido Colorado (Partito Colorato, PC) tra il 17 e il 18% dei consensi, con gli altri due sfidanti Pablo Mieres del Partido Indipendiente (Partito Indipendente, PI) e Gonzalo Abella sostenuto da Unidad Popular (Unità Popolare, UP) nettamente staccati.
Seppur in grado di ribaltare la visione che meno di un anno fa indicava l’opposizione conservatrice del PN come maggioranza relativa in vista della sfida elettorale, i nuovi dati non pongono il candidato del governo uscente al riparo da un’alleanza degli sfidanti di destra al secondo turno previsto per il 24 novembre. Nelle ultime occasioni il FA è stato in grado di chiudere la partita al primo turno solamente nel 2004 in occasione della prima vittoria di Vázquez, arrivando ad una manciata di voti dal 50% necessario per evitare il ballottaggio sia nel 2009 che nel 2014. Molto importante sarà anche il voto per l’assegnazione dei 99 seggi del Parlamento in cui per tutte e tre le ultime legislature il FA ha avuto la maggioranza.