Poteva mancare Elsa Fornero nella battaglia a favore della povertà degli italiani? Certo che no! E così “Nostra signora degli esodati” si è fiondata in tv per spiegare che 9 euro lordi per un’ora di lavoro sono un po’ troppi. E se poi la plebe, con tutti questi soldi, riesce persino a mangiare un paio di volte al giorno, magari fa indigestione e non può andare a farsi sfruttare il giorno seguente.
Insomma, se il salario scendesse a 5 euro netti, sarebbe meglio. E non soltanto per i lavori più semplici, dove non c’è bisogno di un titolo di studio o di una qualifica. Bisogna che un salario minimo così basso diventi il livello normale dei contratti. Perché non è tollerabile che la plebe, sacrificando un solo mese di stipendio, porti tutta la famiglia in gita sulla seggiovia tra Cervinia e Zermatt (240 euro a persona per andata e ritorno), obbligando i vip come Fornero e famiglia a mettersi in coda con dei pezzenti.
La plebe deve lavorare tutto l’anno, con salari da fame, così non si mette in testa di trascorrere anche solo un giorno a Courmayeur infastidendo Elsa la belva (come la chiamavano i suoi allievi a Economia) ed il suo consorte.
Ma per evitare di mescolarsi anche con la fastidiosa borghesia, occorre alzare ulteriormente i prezzi. 18 euro per una pizza, 42 euro al kg per il prosciutto, 55 al kg per la carne. Bisogna pur selezionare i turisti. La gauche caviar è tornata, anche se le urne deludono. Per fortuna che c’è Piersilvio ad imbarcare a Mediaset la compagna Littizzetto, un modello di stile e di educazione per la sinistra armocromata.