Il cinema, si sa, ci ha abituati a personaggi mitici che si cimentano in scontri epocali.
Pensiamo a King Kong contro Godzilla o a Totò contro Maciste.
Lo scontro che vi voglio proporre oggi, anche se sarebbe meglio dire confronto, è tra due film biografici, ma anche tra due musicisti che innegabilmente hanno segnato la storia della musica.
Parliamo di “Elvis” per la regia di Baz Luhrmann con Austin Butler nella parte di Elvis Presley e di “Ennio” per la regia di Giuseppe Tornatore con Ennio Morricone nella parte di se stesso (questo perché il film di Tornatore è un documentario).
Entrambi i film sono usciti quest’anno, durano entrambi due ore e quaranta minuti e tutti e due raccontano la vita di musicisti divenuti celeberrimi. Bene, le similitudini finiscono qui.
Questo perché i due personaggi, e quindi i loro film biografici, sono diversissimi tra di loro.
L’Elvis che ci racconta Baz Luhrmann è un uomo totalmente dipendente dal suo rapporto con i fan.
Lo spettacolo è il centro della sua vita. Il film è, di conseguenza e per scelta dichiarata, molto spettacolare. Le altre figure nella vita dell’artista sono la moglie, la figlia e il suo storico manager, il colonnello Parker (interpretato da Tom Hanks). Le ho chiamate figure perché così appaiono. Delle figure, a volte anche un po’ sfocate, sullo sfondo della vita di un Elvis che deve dare spettacolo per ricevere l’amore dei suoi fan, perché se non lo fa “muore”. Così l’eccezionale capacità dell’artista di suscitare la passione dei fan fino all’idolatria è la chiave di innesto per una dipendenza che gli sarà fatale.
L’Ennio Morricone che ci racconta Tornatore è un uomo dotato di un controllo fuori dal comune, un grande rigore sul lavoro e nella vita, rigore e metodo a servizio di una mente geniale e incredibilmente prolifica. La musica è al centro del suo mondo e, di conseguenza, il film è molto musicale. Oltre allo stesso Morricone che si racconta, troviamo interventi di numerosi registi e musicisti come Clint Eastwood, Oliver Stone, Bruce Springsteen, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Gianni Morandi e tanti altri. Tutti testimoniano il genio di Morricone e la sua rara capacità di produrre una musica che lasciava stupiti per l’originalità delle soluzioni e per la grandezza della sua poetica. L’artista ci appare così come un uomo perfettamente in grado di conciliare lavoro, arte, famiglia, successo.
In conclusione il mio consiglio è, se non lo avete già fatto, di andare al cinema a vedere entrambi i film. Se poi vogliamo continuare quel gioco delle contrapposizioni fatto all’inizio nel confronto tra i due, con Elvis contro Ennio come Totò contro Maciste, direi che il film di Elvis, in quanto produzione in stile hollywoodiano ad altissimo budget, è Maciste ed Ennio in quanto documentario è Totò.
E quindi, direte voi, chi vince? Io, personalmente, direi che vince Totò, cioè Ennio. Ma questa è solo la mia modestissima opinione. Per giudicare da soli dovrete andare al cinema e questo è sempre un buon consiglio.