Gaetano Manfredi. E chi ne ha mai sentito parlare? Tutti contro la pessima Azzolina e nessuno che si ricordi che l’università non è più affidata alla sosia della Guzzanti che imita Moana bensì a tal Manfredi, ministro pure lui. Chissà se il carneade ha sentito parlare del Covid, delle chiusure, delle distanze.
Perché, a tutt’oggi, nessuno si è accorto di eventuali linee guide per tutto ciò che riguarda gli atenei italiani.
I test di accesso alle varie facoltà, come si svolgeranno? Quando? Ed i tirocinii di tutti i corsi di studio legati alle materie sanitarie quali caratteristiche dovranno avere? Quali norme dovranno seguire?
La didattica di tutte le facoltà dovrà continuare ad essere a distanza? Chiunque, tranne un ministro del governo dei dittatorelli, capirebbe che la formazione universitaria dovrebbe essere tutt’altra cosa. Perché pagare costose tasse universitarie se i corsi si riducono a interventi video di un prof ed allo studio individuale di qualche libro?
I giovani avranno trascorso l’estate in allegra promiscuità, tra affollamenti sulle spiagge e nei locali per il divertimento, però in autunno non dovrebbero più avvicinarsi per poter permettere al lìder minimo di governare grazie al terrore del virus.
Però, forse, Manfredi ha scelto la tattica giusta. Tutti contro la sovraesposta Azzolina e nessuno che protesti contro un ministro di cui si ignora l’esistenza. Peccato che gli sia stato affidato un ministero per lavorare, per occuparsene e non solo per “fare curriculum”.