Nel corso della storia sono state innumerevoli le esplosioni apocalittiche che hanno portato morte e distruzione. Le esplosioni più grandi del mondo sono il risultato non solo dell’azione dell’uomo, ma anche della forza (quasi sempre) invincibile della natura stessa. Tra esplosioni artificiali, nucleari e naturali, ecco 5 delle esplosioni più forti del pianeta.
La bomba Zar o Ivan il Grande
È il 30 ottobre 1961, siamo nell’isola di Severnyj, a nord dell’attuale Russia. Attraverso l’ausilio di un Tupolev Tu-95, capace di far volare carichi anche di 26 tonnellate, una bomba è agganciata all’esterno dell’aereo per essere fatta esplodere tra il mare di Barents e quello di Kara. Il mezzo di trasporto è stato verniciato con sostanze speciali per potersi proteggere dall’eccessivo calore che la bomba di lì a poco avrebbe sprigionato.

L’energia dell’esplosione della bomba Zar o RSD-220, fu di 50 megatoni, ovvero 3100 volte la bomba atomica di Hiroshima. E riuscì a distruggere tutto ciò che si trovava nel raggio di oltre 50 chilometri. Portò alla creazione di un fungo atomico altro circa 30 chilometri, il cui materiale raggiunse i 65 chilometri di quota. Quest’ultimo era osservabile anche a 800 chilometri di distanza e l’esplosione stessa a 500 km. A contribuire alla costruzione di questa bomba anche il premio Nobel per la pace, Andrej Sacharov.
La Ivy Mike
Parte di una serie di test nucleari, la Ivy Mike esplose il 1° novembre 1952. Si tratta della prima bomba termonucleare all’idrogeno della storia che fu fatta esplodere sull’atollo di Enewetak sulle Isole Marshall. Fu opera degli Stati Uniti, con la partecipazione dello scienziato Edward Teller, come risposta al programma di armamento nucleare dell’Unione Sovietica.
Questa bomba si basava sugli stessi principi di fusione nucleare tipici del Sole e delle altre stelle. Con una forza di 10,4 megatoni la Ivy Mike causò un cratere sottomarino di 50 metri di profondità, portando al sollevamento di 80 milioni di tonnellate di suolo e acqua. Mille volte più potente delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Questa esplosione causò la formazione di un fungo termonucleare di 17400 metri di altezza in meno di 90 secondi, fino ad arrivare a 37 mila metri.
Esplosione del porto di Beirut
Un’altra delle esplosioni più grandi del mondo, ma questa volta non nucleare, avvenne il 4 agosto 2020. Si tratta dell’esplosione di Beirut, durante la quale un magazzino contenente 2750 tonnellate di nitrato di ammonio esplose, probabilmente a causa di una mancata osservanza delle norme di sicurezza durante un’opera di saldatura.

Oltre alle conseguenze economiche, si conta una perdita del 5-10% del PIL, sono numerosi i morti, i feriti, le case distrutte e le rivolte civili. L’esplosione è arrivata fino a 10 chilometri di distanza, anche se grazie all’elevatore del grano nel porto (che ha rilevato gran parte dell’onda d’urto) diversi edifici di Beirut hanno resistito. Un episodio molto recente, che ci permette di comprendere l’immensità della portata di questa esplosione ancora più concretamente. E ci avvicina maggiormente a quella che fu la tragedia di Halifax in Canada, la cui potenza distruttiva fu ancora più grande.
Esplosione ad Halifax, in Canada
La collisione delle due navi, la Mont Blanc e la Imo, avvenuta il 6 dicembre 1917, causò una delle esplosioni più grandi del mondo. Il problema non fu lo scontro di per sé, bensì il danno che ne derivò: dai barili danneggiati nella stiva della Mont Blanc, fuoriuscì del benzene. Quest’ultimo risultò fatale una volta che l’attrito delle due navi fece scintille.
Ma non finisce qui, infatti non solo il benzene, ma anche il carico stesso della nave contribuì alla portata immane dell’esplosione. 2300 tonnellate di acido picrico, 200 tonnellate di TNT, 10 tonnellate di pirossilina e circa 35 di benzene. Il risultato fu la morte di numerosissime persone e altrettante ne uscirono ferite: molte persero la vista a causa dei detriti e delle schegge. L’area di Richmond ne uscì distrutta e l’esplosione causò una serie di incendi a catena.
L’asteroide di Chicxulub
L’ultima delle più grandi esplosioni del mondo che affrontiamo è quella provocata dall’impatto che l’asteroide di Chicxulub provocò circa 66 milioni di anni fa. Portò cambiamenti climatici in tutto il pianeta creando una coperta di nubi e polveri. Oltretutto, alcuni studi assocerebbero a questa esplosione l’estinzione di numerose specie viventi, tra cui i dinosauri.

Il cratere di Chicxulub si trova tra il Messico e l’Oceano Atlantico. L’esplosione provocò uno tsunami con onde di 1,5 chilometri di altezza. La forza dell’impatto avrebbe fatto sì che l’onda si sia propagata attraverso gli oceani di tutto il mondo. A sostegno di questa teoria la presenza di un sottile strato di iridio ritrovato nel luogo dell’esplosione. Infatti si tratta di un materiale di cui la crosta terrestre non vanta grandi quantità a differenza dei meteoriti. Alcuni studi recenti avrebbero portato a pensare che l’impatto Chicxulub non sia stato l’unico della storia.
Purtroppo queste non sono le uniche esplosioni che hanno portato distruzione, annientamento e sofferenza. La storia del nostro pianeta è ricca di drammatici episodi di questo genere, le cui conseguenze hanno e continuano ad avere impatti molto significativi per la salute della Terra e dei suoi abitanti.
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