“Scusi prof.” mi giro. I soliti occhi neri, vivi e impertinenti. E un sorriso a fior di labbra. Già…le mascherine, ormai, sono cadute. Anche se la Preside continua, imperterrita, ad emanare circolari sulle misure anti Covid…
“ma questa storia della bellezza, che viene fuori sempre, adesso con Leopardi, prima con Foscolo… ecco, mi domandavo, non è che tutti sti poeti erano un po’…superficiali?”
Ho un sussulto. Questo proprio non me lo aspettavo. E non accade spesso, dopo tanti anni..
Spiegati meglio. Cosa intendi per…superficiali.
” Beh, ecco…continuano a dirci che non ci si deve basare sulle apparenze. Che ciò che conta è come uno è…dentro. Non come appare. E, invece, questi parlano sempre della bellezza. Di quanto è bella la donna, ad esempio. Mai che dicano che è intelligente, che ha personalità… ”
” E che je frega della personalità? La donna ha da esse bona!” l’uscita del Boro, questa volta, spezza in due la classe. I maschi ridono. Le ragazze lo guardano inviperite.
“Bestia!” commenta la glaucopide. E lui le lancia un’occhiata…oserei dire languida…
Vero. Non ci si deve basare sulle apparenze quindi sulle mode, sul vestiario…insomma su quello che siete soliti, con brutta espressione inglese, chiamare “il look”. Ma questo non ha nulla a che fare con la Bellezza. Che è ben altra cosa. Non apparenza. Non superficialità. Qualcosa di molto….più profondo. È della bellezza che parlano sempre i poeti, di ogni tempo. Non di ciò che appare… E la Bellezza è sempre origine dell’etica. Perché come dicevano i greci antichi, ciò che è bello è anche buono.
“Ma prof! Questo non è vero…ci sono persone belle che buone non sono…” la glaucopide
“Eccerto! Ce so’certi pezzi de….che so’ carogne infami. Cattive dentro…se divertono a farte soffri’..” il Boro.
Lei lo guarda. E lui abbassa la testa. E tace.
Vedete, voi confondete il tema della Donna crudele, che, certo, è bella, con quello della Bellezza in sè. Josiph Brodsky, un grande poeta e un pensatore possente, scrive che ogni etica deriva dall’estetica. E quindi il senso del bello è fondamentale. Senza di questo non vi può essere etica alcuna. Vi è un vuoto morale. Che deriva dall’informe. Ovvero Caos. Perché la Bellezza è la forma che si genera dal Caos. L’ordine cosmico. Di cui è artefice Eros, secondo il mito sapienziale orfico. Per quello la bellezza di una donna suscita amore. E così un’opera d’arte. Che, in fondo, è la stessa cosa….
“Ammazza prof quanto je piacciono ancora le donne… Opere d’arte le chiama…” risate generali. Rido anch’io, perché la battuta è buona. Poi..
Intanto toglierei quell’ancora. Vecchio si, ma non decrepito…(altro scroscio di risate)… Poi, certo, la Donna è divenuta il paradigma della bellezza. Pensate alla Venere di Botticelli. Non è, semplicemente una donna, anche se l’artista vi raffigurò Simonetta Cattaneo. Che aveva fama di essere la donna più bella del secolo… Ma la Venere è l’incarnazione della Bellezza ideale. La Bellezza dell’universo. La perfezione del Cosmo, ovvero dell’ordine voluto da Dio.
Prendo fiato… poi…
Vedete anche Leopardi, nella Canzone alla sua Donna, parla di questo. Di una bellezza, di una perfezione che è spirituale, quindi etica, prima ancora che fisica. Tant’è vero che la Donna è…assente.
“Perché, se n’era annata co’ un’altro? Magari un po’ mejo de Leopardi…” la battuta del Boro scatena l’inevitabile ilarità generale…
No. Non se ne era andata. Semplicemente…non c’era. O meglio, apparteneva al Mondo delle Eterne Idee. Dove, solo, la Bellezza perfetta è reale. E se aveste studiato un po’ di Platone lo scorso anno, capireste ciò di cui stiamo parlando…
Attimo di pausa. Al nome di Platone il Boro simula il taglio delle vene per lungo con una penna… Non ci faccio caso, e continuo…
Il nostro è un mondo che sembra aver perso la cognizione di ciò che è la Bellezza. Un mondo privo di estetica. Che è stata sostituita, come dicevo, dal culto, deteriore, dell’immagine. Che è solo superficie. E, quindi, inetta ad ispirare una qualsiasi etica. Per questo tutto è divenuto, nella sostanza, squallido. E volgare. Basta guardarsi intorno, vedere lo spettacolo, triste, di questi anni per capirlo. L’assenza di senso estetico si è tradotta in paura. In assenza anche di dignità interiore. Quindi di etica.
Suona la campanella. Mi avvio verso la porta, ma…
“Scusi prof…. Ma per lei la Donna è davvero solo un’idea di perfezione priva di realtà concreta, oppure, qualche volta…”
Guardo i neri occhi maliziosi. Le sorrido. Ed esco senza rispondere. La collega dell’ora successiva è già sulla porta.