Post hoc, non propter hoc. No, questa volta è davvero difficile credere che esista solo una concatenazione temporale. I disastri che si stanno riversando sui sudditi europei sono la diretta conseguenza delle strategie di Washington per asservire il Vecchio Continente con la complicità esplicita delle istituzioni di Bruxelles e di quelle dei singoli stati, a partire da Germania e Italia. L’intesa con Berlino vantata dal governo di Sua Divinità sta portando l’intera Europa a trasformarsi in una colonia yankee, sfruttata a piacimento da Biden e dai suoi pupari.
Un copione, quello angloamericano, persino ripetitivo. Ma che funziona ugualmente, quando si hanno a disposizione politici di servizio. Per scatenare la guerra contro l’Irak di Saddam, Washington e Londra avevano inventato la minaccia di inesistenti armi chimiche. Dopo aver distrutto il Paese ed assassinato centinaia di migliaia di persone, avevano ammesso che le armi chimiche erano una invenzione.
Questa volta la falsa minaccia riguarda l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. Il che, tra l’altro, rappresenterebbe la risposta di Mosca all’accerchiamento messo in atto da Usa e Nato dopo aver constatato che la Russia ha resistito senza gravi problemi alle sanzioni imposte da Washington e che hanno penalizzato l’Europa.
I primi effetti della nuova offensiva statunitense sono stati gli aumenti del prezzo del gas russo. Gas che serve alla colonia Europa, mica ai padroni americani. E la Germania, con l’arrivo della geniale Annalena Baerbock al ministero degli Esteri, ha bloccato pure l’avvio del gasdotto appena realizzato. Risultato? Altri aumenti di prezzo per i sudditi europei.
L’economia del Vecchio Continente ovviamente frena, le borse crollano, inglesi ed americani ne approfittano. Gli Usa aprono basi in Albania, spediscono soldati un po’ ovunque. Mentre i fondi di investimento di Londra e Washington fanno shopping approfittando delle difficoltà di Paesi come l’Italia. Finalmente si vedono gli effetti delle politiche demenziali o criminali, a scelta.
Il più grande comprensorio sciistico italiano passa agli inglesi, interi quartieri diventano di proprietà di fondi americani o britannici, la ex compagnia aerea di bandiera è pronta per essere acquistata, l’hotel Danieli di Venezia è diventato americano. E questo dopo aver già perso, negli anni, tutti i principali settori strategici. E non solo quelli strategici. L’auto è francese, l’olio spagnolo, la moda un po’ di tutti.
Per i globalisti non c’è nulla di male. Che importanza ha la nazionalità del padrone? Solo gli ottusi lavoratori possono preoccuparsi. Magari quelli della Whirpool, oppure quelli dell’Embraco. Mandati a casa perché i padroni stranieri spostano le produzioni dove lo sfruttamento è maggiore, più agevole.
Al governo che ha messo in saldo l’Italia non interessa. Anzi, grazie a Saingoleni/Cingolani si aumenteranno i costi a carico delle famiglie per la transizione ecologica. In modo da impoverirle ulteriormente provocando una riduzione dei consumi che creerà difficoltà alle aziende, obbligandole a chiudere o a cedere la proprietà all’immancabile fondo angloamericano.