Che uomo, Mario Draghi! Sua Divinità – secondo i media di servizio – sfida i falchi dell’atlantismo ed osa addirittura proporre un dialogo con Cina e Russia. Oddio, se quella roba oscena che ci si ostina a definire giornalismo si fosse degnata di alzare la schiena piegata negli ossequi al potere, avrebbe scoperto che Angela Merkel nei giorni scorsi non si è limitata a proporre un incontro con i cattivi del mondo, ma ha tranquillamente discusso con Putin. E non si è neppure avvelenata con il plutonio.
Al di là dello squallore della disinformazione di regime, è però evidente che sarebbe il momento giusto per un cambio di rotta radicale da parte dell’Europa. Approfittando della crisi della leadership statunitense, alle prese con i problemi di rimbambimento del presidente e della totale mancanza di credibilità della sua vice. Peccato che, da questa parte dell’Oceano la situazione sia tutt’altro che brillante. E che sia destinata a peggiorare con l’uscita di scena, tra poche settimane, della cancelliera tedesca. Seguita, a primavera, dalla cacciata di Macron dall’Eliseo.
Un’Europa costretta a rimpiangere Macron è la dimostrazione lampante di un totale fallimento. Perché non sta emergendo in nessun Paese un politico in grado di indicare una rotta comune, un principio attorno a cui costruire davvero una Unione credibile e non al servizio di speculatori, banchieri ed ottusi burocrati.
Una realtà che deve fare i conti anche con i disastri provocati proprio dai politici italiani. In questi giorni i peggiori si stanno rivelando Sassoli e Gentiloni. Il primo perché, da presidente del parlamento europeo, esprime il vuoto pneumatico del pensiero politico italiano. Il nulla cosmico trasferito in Europa. Gentiloni, commissario europeo per l’economia, ha invece deciso di puntare sulla rottura traumatica dell’unità europea. Visto che il suo partito, il Pd, è immigrazionista ed ora invasionista, Gentiloni vuole che le decisioni in merito siano prese, in Europa, non più all’unanimità. Imponendo, dunque, l’invasione anche a chi vorrebbe mantenere le proprie tradizioni e la propria cultura senza farsela trasformare da immigrati protetti da Bruxelles.
Si vuole rafforzare l’Unione europea e gli italiani cercano di creare condizioni da muro contro muro, scontrandosi proprio con i Paesi più vicini, dalla Slovenia all’Austria, alla Croazia. E questo mentre Lamorgese e compagni non frenano l’invasione via mare e non riescono a coinvolgere i Paesi a cui fanno capo le navi delle Ong.
Però ora Sua Divinità parlerà con Mosca e Pechino e tutto si risolverà. Ha già sostenuto che i profughi afghani potranno trasferirsi nei Paesi vicini, magari nel Pakistan che è il principale sostenitore dei talebani. Magari nel Tagikistan che ha schierato le truppe. Magari in quell’Iran sottoposto a sanzioni anche da Sua Divinità in versione atlantista. Magari nella Russia che ha già escluso l’ipotesi. Ma ai media di servizio non interessano questi particolari mentre esaltano il ruolo di Sua Divinità e del preparatissimo ministro degli Esteri.
1 commento
Abbiamo il ministro DI MAIO, che vorrebbe tornare a vendere le bibite allo stadio.
Come Ministro degli esteri adesso sta cercando di studiale la geografia, per colmare le sue lacune scolastiche !!!