La Corte Costituzionale ha deciso e ha reputato inammissibile il referendum sull’eutanasia attiva, chiesto con una raccolta firme organizzata nei mesi scorsi dall’Associazione Luca Coscioni. In tutto erano state raccolte 1,2 milioni di firme per depenalizzare il suicidio assistito.
Non sono ancora state diffuse le motivazioni integrali delle decisioni. Ma la Corte ritiene che in caso di legalizzazione dell’eutanasia «non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con preciso riferimento alle persone deboli e vulnerabili».
Il referendum si prefiggeva di modificare una parte dell’articolo 579 del codice penale, che punisce l’omicidio di una persona consenziente. Sarebbe stato un modo per permettere l’eutanasia attiva, che avviene quando il medico somministra il farmaco necessario a morire e che per il momento è illegale in Italia.
Il dibattito pubblico sull’eutanasia e il suicidio assistito partì nel 2019, proprio dalla Corte Costituzionale, intervenuta sulla morte di Fabiano Antoniani, conosciuto anche come “DJ Fabo”. Si arrivò alla conclusione che in alcune condizioni non è punibile una forma di eutanasia definita assistenza al suicidio, cioè quando una persona aiuta di fatto a un’altra a suicidarsi. Specificando che il suicidio assistito non è punibile se il paziente è “tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale”, ed è “affetto da una patologia irreversibile, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, con sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili”
Secondo Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è “Sacrosanta la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum proposto dai radicali sull’omicidio del consenziente, anche se sano. C’è ancora spazio nel nostro ordinamento per difendere il valore della vita, come Fratelli d’Italia intende fare con il suo impegno”,
Si oppone con forza alla politica Luca Coscioni, tra i promotori del referendum sull’eutanasia: “Il cammino verso la legalizzazione dell’eutanasia non si ferma. Certamente, la cancellazione dello strumento referendario da parte della Corte costituzionale sul fine vita renderà il cammino più lungo e tortuoso, e per molte persone ciò significherà un carico aggiuntivo di sofferenza e violenza. Ma la strada è segnata. Vorrei ricordare a tutti che le forze politiche e parlamentari in questi anni sono state assenti” e conclude, “ il prossimo appuntamento è per l’11 e 12 marzo a Varsavia, per il Congresso del Movimento paneuropeo Eumans convocato insieme all’associazione Luca Coscioni: è doveroso aprire un fronte europeo di iniziative per la libertà di scelte di fine vita e per l’abrogazione delle norme proibizioniste a livello europeo”.