La casa editrice Bietti nacque a Milano nel 1870, a opera dello stampatore Angelo Bietti ma alla fine degli anni Novanta il marchio venne rilevato da Federico Milesi, affiancato una quindicina di anni fa dal figlio Carlo che decise di rilanciare lo storico marchio mettendo in piedi un progetto editoriale che da un lato si facesse carico dell’eredità dello storico marchio (Bietti fu il primo editore dello storico ed imprescindibile dizionario Zingarelli della lingua italiana) e dall’altro ne ampliasse il raggio di azione culturale.
Un progetto ambizioso e coraggioso che ha permesso, nel corso degli ultimi anni, la ripubblicazione di autori non conformisti tra i più grandi del Novecento da Ezra Poud a Drieu La Rochelle, da Lovercraft a Mircea Eliade, da Meyrinc a De Benoist, affiancandoli ad autori giovani e preparati che hanno difficoltà a trovare spazio nei cataloghi dei colossi dell’editoria.
È il caso dei venti autori che ritroviamo nell’eccellente antologia “Fantafascismi” uscita nei primi mesi di quest’anno.
La raccolta, curata da Gianfranco De Turris, decano della saggistica non conformista e forse il maggior esperto italiano di letteratura fantastica, reinterpreta in chiave ucronica venti momenti del Ventennio fascista.
Come è noto l’Ucronia altro non è che la “Storia fatta con i se”, una pratica che dalla letteratura sfocia sempre più spesso nell’analisi scientifica della Storia, praticata con maggior continuità dagli storici di scuola anglosassone.
Nello specifico questo volume si interroga su che cosa sarebbe successo se la Marcia su Roma non si fosse conclusa, oppure se Mussolini avesse avuto a disposizione la Bomba atomica; se Ciano fosse succeduto al Duce o se Hitler avesse chiesto asilo politico in Italia. Ipotesi intriganti e coinvolgenti che incuriosiscono il lettore e che fanno del libro in questione una lettura divertente e al contempo istruttiva.
A margine segnaliamo che il secondo racconto, dedicato ai rapporti tra Mussolini e D’Annunzio, è dovuto all’estro del nostro direttore Augusto Grandi, il quale non è nuovo a esperimenti narrativi analoghi.
Lo stesso editore Bietti, infatti, lo aveva accolto nelle antologie “Altri Risorgimenti” del 2011 e in “Sbirri di Regime” del 2015.