“Scusa, papà…- già, da un bel po’ non sono più “papi”. Sta crescendo. E non so se esserne davvero felice… – ma questa roba, funziona?”
Ha in mano una tavola ouja. In legno. Ordinata su internet. Lo so…avrei dovuto rispedirla indietro quando è arrivata. Ma mi sono ricordato i miei quattordici anni. E le curiosità, le domande, che cominciavano ad affollare, caotiche, la mente. E così…
Cosa intendi per funziona?
Si bilancia sui piedi. Insicuro. Corrucciato, al solito.
“Beh dicono…cioè ho letto che con questa si possono chiamare spiriti, fantasmi. Anche demoni…”
Non esagerare. La tavola veniva usata dagli spiritisti per parlare con l’aldilà. Non era uno strumento della, cosiddetta, Magia Nera. Anche se certe cose sarebbe comunque meglio lasciarle stare…
Scrolla le spalle.. come a dire: io non ho paura.
“Senti, però… a scuola la prof. ha detto che i fantasmi non esistono. Che sono solo superstizioni del passato. Quando gli uomini erano… ignoranti…”
Per un attimo resto in silenzio. E rifletto. La professoressa, in fondo, ha fatto il suo dovere. O, per lo meno, credeva di farlo. Portare i ragazzini coi piedi per terra. E eliminare le paure…irrazionali. Però dare degli ignoranti agli antichi…questo no. Questo non mi piace…
E che altro ti ha detto la prof.?
“Beh che non dobbiamo avere paura dei fantasmi. Ma dei pericoli veri. Del virus sopratutto…” fa un’espressione rabbiosa. Gli riesce facile.
“Lei è una impanicata. Appena ti abbassi la mascherina per respirare, fa scene da matti. E pretende di fare lezione con le finestre tutte spalancate. Ma noi abbiamo un freddo boia… Lezione… Parla solo della pandemia….”
Come molti colleghi, penso. E adesso ho capito chi è. Gli ha già dato tre note, perché lui, la mascherina, non la sopporta proprio…
Però, meglio prenderla larga…
Tu che ne pensi? In fondo è vero che i fantasmi non si vedono…
“Beh, qualcuno però li ha visti. E, dicono, anche ripresi… e poi” – ci pensa un po’ – “in fondo neppure sto virus, di cui parlano tanto, lo ha davvero mai visto nessuno, no?” si gira e torna in camera sua.
Resto…perplesso. E sorpreso. Logica da bambino certo. Però…
Però mi viene in mente un passaggio di una conferenza di Rudolf Steiner. Non chiedetemi quale…comunque parlava di fantasmi…e di virus.
Il mio è un ricordo poco preciso. Vado a memoria e, in buona sostanza, a braccio. Ma Steiner, un secolo fa, parlava proprio della paura, irrazionale, dei fantasmi. Che era propria degli uomini del passato. E di quella, tutta moderna, ma altrettanto irrazionale, dei virus.
Gli uomini di un tempo temevano fantasmi, demoni, e simili che pure non vedevano. Ed il loro timore derivava dal, tutto sommato semplice, fatto che avevano una naturale concezione del Mondo Spirituale. O, traducendo, avevano una visione metafisica delle cose e della vita. Guardavano al di là del mero piano fisico. E, quindi, credevano ad una vita dopo la morte. Temendo le minacce che da quel piano vengono, più della morte stessa. Che sapevano inevitabile. E quindi accettavano. Mentre la dannazione, o il venir condannati ad una, tormentata, esistenza da ectoplasmi, agitando, che so, catene nei gelidi corridoi di un castello, o rivivendo perennemente la propria tragica fine… questo faceva paura davvero. Perché sapevano che se la morte fisica è cosa naturale, quella dell’anima dipende da noi. Da come siamo e come viviamo. Quindi, la loro paura era, in un certo senso, pedagogica. Aveva una funzione morale.
Noi non crediamo più ai fantasmi. E non li temiamo, per lo meno ordinariamente. Perché non riusciamo a concepire altro che la vita fisica. E siamo terrorizzati solo da ciò che questa può mettere in discussione. Quindi dai virus, dai microbi, dai batteri… Che, con buona pace della, saputa, prof. di mio figlio, non sono una nostra, geniale, scoperta scientifica. Visto che ne parla già Avicenna…
Una paura vale l’altra. Ogni epoca ha la sua. E, si dirà, la nostra, almeno, ha basi scientifiche…
Sarà pur vero, però….
Però la nostra paura è, sostanzialmente, più stupida di quella degli antichi. Perché è la paura, detta in due parole, di morire fisicamente. Cosa che, per altro, sappiamo perfettamente essere, prima o poi, inevitabile. Secca anche a me. Ma è così.
E questa paura è non solo irrazionale quanto e più di quella dei fantasmi. Ma anche molto più pericolosa. Perché non ti stimola e sollecita a vivere meglio. In modo più morale. O anche solo con più coraggio. All’opposto, ti paralizza. Ti impedisce di vivere, ti ossessiona…
La paura dei fantasmi ti spingeva verso la speranza. Quella del virus, della morte fisica, ti porta solo verso la disperazione. E allora…
E allora la finisco qui. E vado con mio figlio. A trafficare con la tavoletta ouja… Io, con i fantasmi, tutto sommato ho un buon rapporto…