Ma i balenghi che scrivono i decreti sulla carcerazione degli italiani e sulle prime concessioni di libertà di lavoro (divertirsi è un crimine), hanno un briciolo di contatto con la realtà dei sudditi? Pare di no.
Dunque quando scatterà l’obbligo di servire la patria tornando in fabbrica o in ufficio, padri e madri si ritroveranno a non sapere dove piazzare i figli perché le scuole resteranno chiuse. E saranno chiusi i centri estivi. Mentre, forse, riapriranno per qualche minuto parchi e giardini, ma solo a turno e su prenotazione. Chi porterà i bambini al parco in quelle ore, se i genitori sono al lavoro? Chi li guarderà se sono piccoli? Le baby sitter che incasseranno direttamente lo stipendio percepito da padre o madre tornati al lavoro?
Ma non va meglio per le eventuali aperture di ristoranti e bar. Locali che hanno costi fissi invariati ma che avranno a disposizione la metà dei tavoli, o forse meno. Raddoppieranno i prezzi, perdendo tutta la clientela e garantendosi il fallimento, o semplicemente eviteranno di riaprire?
Non è che i provvedimenti per i negozi dimostrino una maggiore conoscenza della realtà. Entrare uno per volta, anche quando a servire ci sono più persone, determina un rallentamento sostenibile quando si è agli arresti domiciliari, ma non più sostenibile quando si tornerà a lavorare.
A tutto ciò si aggiunge l’insopportabile atteggiamento dei delatori. Quelli appostati sui balconi e quelli televisivi. Su Striscia la notizia Staffelli, che è ripreso in mezzo al verde, si indigna contro i morti di fame che, a Milano, osano provare a respirare un po’ d’aria senza indossare la mascherina mentre sono a distanza di sicurezza da altri esseri umani. Mentre Ghione riesce a far denunciare un prete che ha osato dir messa per 5 o 6 persone, perfettamente distanziate.
E la stessa indignazione caratterizza gli altri interventi, dalle ville, dai giardini, da appartamenti spaziosi e lussuosi. Non una parola, ovviamente, sui tamponi riservati ai loro amici vip calciatori e negati a medici e infermieri. Su questo non ci si indigna. È la casta, bellezza.