A giugno il mercato italiano dell’auto ha registrato una flessione del 7,25% ma, al netto del crollo di Fca (-19,3%), il mercato – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – sarebbe in crescita.
Quagliano spiega che Fca ha privilegiato il canale di vendita ai privati, dove i margini di guadagno sono superiori. Non va però sottovalutata la mancanza di nuovi modelli per i marchi “italiani” del gruppo, non solo la derelitta Lancia ormai in fase di abbandono, ma anche il marchio Fiat, sempre più ai margini nelle strategie del gruppo anglo-olandese-statunitense.
Non è un caso che, per l’ingaggio di Cristiano Ronaldo, si sia prevista una sponsorizzazione Jeep e non Fiat. Jeep è il marchio mondiale per una immagine globale. Fiat non si sa più che cosa sia. E la mancanza di indicazioni sulle missioni produttive per Mirafiori potrebbe essere un altro segnale.
Così si moltiplicano le voci e le indiscrezioni su un presunto interessamento asiatico per alcuni marchi di Fca, anche in relazione alla imminente uscita di scena di Sergio Marchionne dalla stessa Fca.
Al manager globale (italocanadese? Svizzero? Statunitense?) interessano marchi come Ferrari ed Alfa Romeo, oltre a quelli americani. Non sa che farsene di quelle vetturette per proletari italiani con marchi obsoleti. Dunque sarebbero benvenute eventuali offerte in arrivo da Giappone e Corea. Lui, Marchionne, pensa al lusso. L’altro, Elkann, pensa ai soldi che incasserebbe. Loro, gli amministratori pubblici piemontesi ed i sindacati, evitano accuratamente di pensare.
Quanto ai lavoratori italiani, i più preoccupati sono ovviamente quelli rimasti a Mirafiori e Grugliasco, tra una cassa integrazione e l’altra. In teoria dovrebbero aver minori problemi quelli impegnati nella produzione delle Jeep, nonostante i dazi minacciati da Trump. Perché le Jeep, anche con il traino d’immagine di Ronaldo, si possono vendere in tutto il mondo, lasciando il mercato statunitense agli stabilimenti Fca negli Usa. Ma i modelli Fiat, qualora ne uscissero di nuovi, a chi si venderebbero in mancanza di una decente campagna di rilancio del marchio?
Allora l’eventuale passaggio a giapponesi o coreani potrebbe rappresentare la soluzione migliore, anche se per il momento tutti smentiscono tutto. Come succede quando non esiste trattativa ma anche quando la trattativa è avviata.