Cari lettori,
la settimana scorsa ho avuto il piacere di intervistare un giovane artista, Federico Caputo.
La tecnica del cucito crea quadri che raffigurano volti di personaggi famosi del passato, temi di attualità e miti greci. Il suo laboratorio, sito nel centro di Torino, è un vero e proprio atelier in cui l’artista crea i suoi capolavori: macchine da cucire, tele e spole di lana e cotone dei colori più sgargianti. Una vera e propria arte sartoriale!
L’arte di Caputo è materica e concreta, la maestria “nell’intarsiare” fili di lana colorati suggestiona la visione dello spettatore, il quale ha come l’impressione che i volti rappresentati sulle tele escano e vogliano trasmettere un messaggio ben preciso attirando e richiamando lo spettatore ad entrare dentro la sua narrazione artistica, nel profondo dei suoi messaggi.
La storia richiama il presente, il passato si attualizza nelle opere di Caputo e questo per non dimenticare gli episodi storici perché essi si ripropongono sotto nuove vesti ma identici; ricordare serve a non ripete gli errori commessi in passato. Caputo oltrepassa la logica contrapposizione tra vincitori e vinti, i suoi quadri vogliono essere dei messaggi positivi indirizzati nei confronti delle nuove generazioni, che responsabilmente devono avere contezza di ciò che è stato per cercare di migliorare la società nella quale vivono. I colori utilizzati sono ieratici della positività e della gioia che l’artista vuole comunicare.
Ecco a Voi la mia intervista.
B: “Definisci la tua arte con un aggettivo”.
F.C.: “Sicuramente direi materica perché utilizzo una tecnica artigianale che presuppone l’utilizzo di lana e cotone, cucio la tela con fili di lana e cotone, si tratta di un’arte che è tridimensionale pur essendo bidimensionale ed è anche molto tattile visto i materiali che utilizzo.”
B: “Quando ti sei sentito un artista?”
F.C: “Da un lato prettamente romantico mi sono sentito fin da sempre un artista, da un lato più pratico invece da quando ho ricevuto i primi soldi dalla vendita di un mio quadro”.
B: “Ci sono state delle figure artistiche del passato che sono state di ispirazione per te?”
F.C.: “Sono sempre stato influenzato ed affascinato dagli artisti di Piazza del Popolo di Roma quindi per citartene alcuni: Mario Schifano e Tano Festa i precursori della Pop Art italiana. I miei lavori rappresentano volti di artisti sia americani, ma anche italiani come ad esempio Gianni Agnelli, Pannella, Lapo.
B: “Mi racconti la tua esperienza a The Others?”
F.C. “E’ stata la seconda volta in cui esponevo a The Others durante la settimana dell’arte torinese, sempre con il supporto della Galleria CRAG di Torino, sono molto soddisfatto del risultato che ha ottenuto la mia installazione denominata LE ALI DI ICARO, che è stato un lavoro diverso rispetto a quelli portati in mostra lo scorso anno. Il primo anno avevo portato opere già fatte e che erano state di gradimento per il pubblico perché erano state esposte ad alcune mostre in Italia ancor prima di The Others, quest’anno invece mi sono voluto reinventare presentando un’installazione diversa dalla mia tecnica artistica solita. LE ALI DI ICARO è composta da due ali di plexiglas blu ai lati ed al centro un quadretto intarsiato con la lana che rappresenta la cover di un disco di Renato Zero. Ho cercato di fare un mix and match tra mitologia greca e cultura pop. Aggiungo che il quadretto è connotato da colori forti e sgargianti quali il rosso, l’arancio e il blu che riprendono l’Icaro di Matisse. Mi piace creare questi “cortocircuiti”, lo scorso anno invece ero molto più lineare, ma sto crescendo e la mia arte sta cambiando.
B: “Sei un appassionato di Mitologia Greca?”
F.C.: “Mi piace molto, ma mi piace ancora di più tutto ciò che riguarda l’oroscopo, sono un grande fan di Paolo Fox, mi piacerebbe approfondire con la mia arte queste tematiche che sono anche a mio avviso un po’ esoteriche proponendo nuove opere in qualche progetto futuro. La mitologia mi piace perché, se ci pensi, quasi tutti i miti greci riprendono il concetto del romanticismo, assistiamo a tragedie, tradimenti, amori che sono temi che investono anche la società attuale.”
B: “Cosa pensi degli NFT?”
F.C.: “Ho un’accezione negativa a riguardo, come ho detto prima la mia arte è concreta e materica e al momento non me la sentirei di inserire una mia opera nel Metaverso perché perderebbe la connotazione a cui tutta la mia arte si ispira”.
B: “Hai un progetto futuro di cui mi vuoi parlare?”
F.C.: “A fine febbraio parteciperò ad una mostra collettiva all’Università Cattolica di Milano dove sono stato selezionato insieme ad altri 13 artisti per inserire delle opere all’interno dello stabile, sono molto contento per questa opportunità”.
B: “Nel mondo dell’arte, tra colleghi, secondo te, vince il rispetto reciproco o l’invidia?”
F.C.: “Ti parlo di esperienza personale, ho riscontrato molta invidia, ho perso tantissimi amici dell’accademia per esempio perché vedevano che mi si aprivano porte a loro precluse ed erano invidiosi, questa mentalità non mi appartiene, io abbraccio il pensiero americano che insegna ad essere felici per il successo degli altri, cosa che in Italia non accade quasi mai”.
B: “Pensi che l’Italia promuova i Giovani artisti?”
F.C.: “Penso che il sistema italiano disincentivi i giovani talenti e non fornisca opportunità di crescita promuovendo progetti ed iniziative, in Italia si tende a dare più visibilità ad artisti esteri e questo a mio avviso è sbagliato, perché si dovrebbe valorizzare maggiormente il bacino artistico del luogo.”
Buona lettura!