“Bisogna fermare le destre!”. Il mantra è ossessivo. Ma a guardare i dati dei sondaggi non sembra che la chiamata alle armi stia garantendo grandi risultati. Eppure Poltrone e Divani e gli altri compagnucci della parrocchietta hanno messo in campo tutti i loro più fini intellettuali per contrastare un programma del centrodestra che non è proprio esaltante. Da un milione di posti di lavoro siamo passati al milione di alberi da piantare.
A queste proposte sconvolgenti la gauche champagne replica con Ferragni, Bertè, Giorgia, Ariete. Le punte di diamante di un pensiero alternativo. Ma che non funziona. Il gregge italico non si fa più condizionare dagli influencer, da cantanti a fine carriera e che proseguono l’attività solo perché il Sistema musicale garantisce ancora comparsate molto ben retribuite.
Ma anche con gli artisti di successo non cambia nulla: si riesce ormai a distinguere tra il voto e la presenza ad un concerto. Dunque servirebbero programmi che convincano gli elettori. E pare proprio che i temi “forti” della sinistra non piacciano alla maggioranza degli elettori. Nessun contrasto agli sbarchi, immigrazione selvaggia, “prima gli stranieri”, Ius scholae, nessuno sgombero delle case occupate abusivamente cacciando i legittimi proprietari o affittuari. Perché mai un italiano che deve subire tutto questo dovrebbe votare per una Cirinnà chiusa nella sua grande tenuta a Capalbio? Perché dovrebbe votare per chi impedisce di cacciare i clandestini, per chi non vuol mandare in galera gli spacciatori?
Ah certo, ci sono i diritti civili. Ma di fronte alla crisi economica legata alle sanzioni, di fronte a famiglie che non arrivano a fine mese, l’idea che non si possa prendere in giro chi partecipa al gay pride non porta una valanga di consensi.
Così diventano più affascinanti gli alberi da piantare, l’irrealizzabile blocco navale di fronte al Nord Africa. Proposte un po’ naives, che però hanno il merito di essere presentate da politici. Di modestissimo livello, ma sempre meglio del Circo Barnum su cui punta Letta. Adesso dobbiamo solo aspettare le minacce di cantanti ed influencer di abbandonare l’Italia in caso di vittoria del centrodestra. Non se ne andranno, non abbandoneranno le loro ricche case. Si ricicleranno e canteranno per i vincitori, si faranno raccomandare per nuovi spettacoli voluti da quelli con cui oggi litigano. È l’Italia dei voltagabbana, e dei politici che non sanno individuare alternative.