Ferrara 5 anni dopo. Solo 5 anni e tutto è cambiato. Te ne accorgi appena esci dalla stazione ferroviaria. Dove sono finite le bande di grandi risorse che bivaccavano nel piazzale e lungo il viale che conduce in centro? Che tristezza, nessuno spaccio in pieno giorno, nessuna rissa, nessuna aggressione: un balzo all’indietro di decenni.
Si arriva al castello ed il povero Savonarola è sempre più infuriato. Mentre lui invita i peccatori a pentirsi, intorno al suo monumento è un brulicare di ferraresi e turisti che bevono e mangiano nella infinità di locali che hanno colonizzato tutto il centro storico. Tutto, non solo i vicoli medievali. 5 anni orsono era difficile trovare un ristorante davvero affascinante, accattivante. Ora è un assedio di ristoranti tipici, di pizzerie, di proposte etniche. Ovunque. Si può mangiare bene e bere meglio.
Interessante notare come i gusti siano profondamente cambiati in un solo lustro. La via che 5 anni fa era presa d’assalto per aperitivi, apericene e vere e proprie cene, è quasi deserta. Mentre a pochi metri di distanza diventa difficile circolare per una folla che non si riesce a fendere. Ristoranti ovunque. L’Italia da espressione geografica si è trasformata in espressione gastronomica. E Ferrara è diventata un polo di attrazione per la ristorazione. Affiancata, però, da una offerta culturale di alto livello che può contare anche sulle indicazioni di un ferrarese come Vittorio Sgarbi.
Ovviamente non tutto è perfetto. Però diventa anche difficile intervenire per correggere gli errori. Si sta mettendo mano alla ristrutturazione del cinquecentesco Palazzo Massari, ed è cosa buona e giusta. Si sta lavorando bene. Però, di fronte, il Palazzo Bevilacqua è stato affiancato da una orrenda palazzina contemporanea. Difficile pensare ad un intervento per abbattere l’obbrobrio. Ma sarebbe ora di cominciare a collocare, lungo le strade e a fianco delle indicazioni sugli edifici storici, delle targhe con l’indicazione del nome del progettista degli edifici orrendi e di quelli degli assessori e dei geometri comunali che hanno dato il permesso per la costruzione di simili schifezze.
Non si può pretendere che le periferie urbane si trasformino in paradisi archettonici, ma almeno evitare di rovinare i centri storici dovrebbe essere un dovere. Ferrara, per sua fortuna, ha pochissime porcherie nelle aree medievali e rinascimentali. Anche se piazzetta Corelli, di fronte alla storica casa poi passata alla madre di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, meriterebbe ruspe e dinamite. Ma altre città subiscono scempi ben più evidenti. Senza che qualcuno si degni di mettere alla berlina i colpevoli. Paura di essere accusati di bullismo? Ma i veri bulli sono coloro che hanno rovinato le città.