Fessi, stupidi o scemi? La card di Pietrangelo Buttafuoco, pubblicata sul Quotidiano del Sud, è impietosa con i vertici della destra italiana. Che, sia chiaro, si confrontano con una sinistra di una ottusità imbarazzante. Uno scontro non proprio tra Titani ma che, grazie ad una classe dirigente disastrosa, rischia di consegnare agli ottusi tutte le principali città italiane chiamate al voto in autunno.

Buttafuoco si limita a pronosticare la sconfitta delle destre a Milano e Roma, ma si potrebbero aggiungere anche Torino e Napoli. E questo nonostante la pessima amministrazione delle giunte uscenti, tutte espressione della sinistra più o meno pentapoltronata. Eppure pareva quasi facile archiviare le montagne di immondizia della Raggi a Roma, l’illegalità quotidiana con De Magistris a Napoli, la lotta contro i milanesi condotta da Sala nel capoluogo lombardo, il nulla cosmico di Appendino a Torino.
Macché, troppo facile per destre e centrodestra. Meglio complicarsi la vita con liti furibonde sulle candidature, con veti incrociati, con il reclutamento di aspiranti assessori che nulla hanno a che fare con l’intero mondo delle destre.
Mentre, sul fronte opposto, il profumo delle poltrone riesce nel miracolo di far alleare pentapoltronati e piddini che, per 5 anni, si sono insultati in ogni modo. L’ex lìder minimo avrebbe voluto un accordo già al primo turno ma l’ipocrisia dei due partiti principali dell’alleanza rossogialla ha fatto sì che gli accordi ci saranno solo per il ballottaggio, come se fosse diverso. Dunque i rossogialli sosterranno, al secondo turno, il candidato meglio piazzato contro le destre.
Che, a loro volta, al ballottaggio nelle grandi città sono bravissime nell’andare incontro alla sconfitta persino quando partono favorite.
Nessuna capacità di mobilitare il proprio elettorato, nessuna voglia di fare autocritica e provare a capire le ragioni di questo distacco. E campagne elettorali di una modestia assoluta. Vecchi strumenti, come se la comunicazione non fosse cambiata negli ultimi 30/40 anni. Manca lo speakeraggio dalle auto e si ripiomba in toto negli Anni 70. Tra volantini, manifesti del candidato, lettere da infilare nelle buche, qualche intervista istituzionale in cui non dire nulla.

La ridicola replica alle provocazioni di un personaggio squallido come Scanzi sono indicative delle carenze di una destra che non sa come comportarsi. Inutili elenchi lunghissimi di intellettuali scomparsi da decenni perché si ha paura dei pochi ancora in vita. Con l’unico risultato di offrire a Scanzi una platea che non merita. La stessa incapacità mostrata nella scelta dei candidati a sindaco, nella preparazione delle liste, nella definizione delle linee della campagna elettorale. Ma con la pretesa di governare con questa classe dirigente.