Spasmodica attesa per il nuovo DPCM. Il Decreto di Natale come qualche umorista, più o meno involontario, ha pensato bene di appellarlo… Attesa che, ormai, sembra aver sostituito quella dell’Avvento cristiano, e quella, più laica, di feste, cenoni e viaggi di fine anno…
Il Conte Zio è ormai atteso, con ansia, più di Santa Claus. Più del Bambinello nella grotta. La sua apparizione può significare vita o morte per aziende e imprese, per ristoranti e negozi. Il popolo (si fa per dire) degli ipocondriaci cronici, dei fobici, delle Bimbe di Conte, dei fedeli della Nuova Chiesa della distanza e della Messa in streaming è, dunque, in trepida attesa. Come neppure Mosè sul Sinai…
Io, però, in questa sera piovosa d’inizio Dicembre, penso… al Calendario. All’antico Calendario Romano. Che si è sovrapposto, ad opera di Pontefici che ancora erano… Pontefici e Vescovi, al ben più antico Calendario della tradizione, quello cantato da Ovidio nei suoi Fasti. Purtroppo rimasti incompiuti.
Penso al Calendario, e ricordo che il 4 Dicembre è Santa Barbara…
Festività particolare. Una Martire parimente venerata nelle Chiese Orientali e Occidentali. Ma la cui figura storica è sbiadita. Inconsistente. Ignoti i luoghi della sua vita. E quello del martirio. Persino l’epoca resta incerta. Il quarto secolo? Il terzo? Il culto, comunque, è attestato almeno dal V…. In Egitto e in altri luoghi. E diffuso a Roma già nel VII.
Tuttavia ben poco conta la “storicità” della Martire cristiana. Quello che è davvero importante è il culto. E gli attributi che vengono dalla tradizione.
Una corona, turrita nell’iconografia più antica. E una spada. Una coppa. E la Torre che ricorre sempre, nei racconti agiografici. Perché Barbara, rinchiusa dal padre pagano – che, fatto curioso, si sarebbe chiamato Dioscuro – sarebbe fuggita dalla torre librandosi in volo.
Il suo martirio poi avrebbe previsto il fuoco. Alle cui fiamme, però, si rivelò intangibile. Fu quindi torturata atrocemente, tanto che le vennero tagliati i seni… . E infine decapitata dallo stesso Dioscuro sulla cima di una montagna.
Una narrazione ricca di simboli. La Torre. Il Fuoco. Il potere di volare. E un’iconografia che rende ben difficile distinguere la Santa da una divinità “pagana”. Echi isiaci, richiamo a figure di Dee che rappresentano la Luna…
E non per nulla la “memoria” cade proprio nei primi giorni di Dicembre. O meglio, cadeva… ché nel 1969 una Chiesa in preda a smanie moderniste post-conciliari, l’ha depennata dal Calendario. In quanto storicamente dubbia. Ma il culto è continuato. E resta sopratutto vivo nelle Chiese d’Oriente, ben più sensibili ai simboli della tradizione.
Oddio, è pur vero che le immagini di Barbara erano alquanto… insolite. Talvolta conturbanti. Vestita in genere di rosso fiammante. Spesso… discinta. Coi seni nudi…. Perfetto per una Dea Madre. Molto meno innanzi agli occhi, timorosi, degli ecclesiastici.
Il legame con l’inizio di Dicembre è, però, ciò che maggiormente conta. Barbara apre la catena di feste e celebrazioni che hanno a che fare con l’evocazione, e invocazione, della Luce. Con la preparazione al Solstizio. Una catena che continuerà con San Nicola, Santa Lucia per culminare nel Natale. E riavvolgersi, poi, per altre dodici Notti. Sino all’Epifania.
Barbara è legata al Fuoco. Altro simbolo con cui viene rappresentata: la Torcia. Il Fuoco che, per tradizione antichissima, deve restare sempre acceso nelle lunghe notti precedenti il Solstizio. Per combattere l’addensarsi di tenebre sempre più fitte. Il fuoco che invoca, ed evoca, il ritorno del Sole. La sua vittoria e resurrezione.
In Germania, sino al Rinascimento, Barbara era venerata come una delle quattro Grandi Vergini. Con Dorotea,, Caterina D’Alessandria, Margherita d’Aragona. Quattro, come le stagioni. E Barbara, appunto, apre l’inverno.
Infine i suoi “patronati”. Ovvero le categorie che la considerano loro patrona e protettrice. Molte, moltissime. Architetti, muratori, campanari… ovviamente per via della Torre. Protegge dal fuoco. E quindi le sono, o erano, devoti Pompieri ed artiglieri e un po’ tutti coloro che lavorano tra fiamme ed esplosivi…
Vestita di rosso. Con una torcia ardente in mano. Bellissima e, se permettete, conturbante.
Guardo la Luna, come faccio spesso in queste sere di forzata clausura. Appare velata di un alone rossastro. È la Luna di Dicembre. La Luna del fuoco. Santa Barbara, se volete, che accende speranze e passioni. Che annuncia la rigenerazione. Ve ne sarebbe davvero bisogno. Anche passando attraverso un grande incendio…