“Ieri sera, ho preparato, come al solito, un bicchiere di vino e un cestino col fieno. E li ho posti sul davanzale.” mi dice, al telefonino un amico, che abita in una Valle del Trentino “È stato bello, come sempre. Anche se quest’anno, la processione di Santa Lucia a cavallo dell’asinello non si è tenuta.. Peccato. Chissà per quanto mio figlio continuerà a credervi.. Questa poteva essere l’ultima occasione…”
Già, nella notte fra il 12 e il 13 di Dicembre, Santa Lucia passa a dorso d’asinello, e lascia piccoli doni e dolciumi per i bimbi buoni. Che devono, però, essere a letto, e dormire. Gli occhi chiusi. Altrimenti… altrimenti potrebbero perdere la vista. Restare accecati.
Strana Santa, Lucia. Che protegge gli occhi, ma può anche render ciechi. Una duplicità significativa. Un doppio volto, se vogliamo, misterioso.
Come misterioso è il culto. Diffuso un po’ in tutta la Penisola. Ma è solo nell’ area padana orientale, e tra i monti del Trentino, che la Santa porta doni.
Eppure l’agiografia ci dice che era siracusana. Vergine, e martirizzata sotto Diocleziano, per la denuncia di un innamorato respinto. Perché Lucia era bella. Molto. Come ci ricorda Garcia Lorca:
“Lucia era una bella ragazza… /Lucia era una ragazza alta, col seno piccolo, i fianchi larghi. /Come tutte le donne selvagge, e gli occhi troppo grandi… Con una luce scura…”
Immagine ben poco religiosa. E, anzi, conturbante. Per il poeta spagnolo sembra quasi divenire simbolo di una sensualità che la castità, difesa sino al martirio, esalta e non deprime. Perché il magistrato romano l’avrebbe lasciata in vita, secondo le storie riprese da Jacopo di Varazze, ma voleva che fosse condotta in un postribolo, e divenisse una prostituta. Ma il suo corpo si fece pesante, e neppure trenta uomini riuscirono a spostarla…così furono costretti a decapitarla…
Strana Santa…. Venerata nel Mezzogiorno mediterraneo, ma anche nel profondo Nord, ben oltre i confini delle Alpi. In Germania e, oggi sopratutto, in Scandinavia. Dove la Langnatt, la Lunga Notte visto che nel vecchio Calendario coincideva col Solstizio, viene chiamata Lussinatt. La Notte di Lussi. Di Lucia. Ed è festa grande. Le fanciulle vestono candide tuniche, sulla testa una corona di candele accese. E sfilano per le vie intonando antichi canti…
Ma la Svezia è paese riformato. Rigorosamente luterano. E il culto dei Santi è stato eliminato. Pure, la festa di Santa Lucia perdura. Troppo radicata nell’anima, nelle tradizioni del popolo.
Studiosi dicono che sia il retaggio di un’antica festa germanica. Precristiana. Una festa solstiziale, portata dai Longobardi di Alboino nelle terre italiche…

E poi c’è il fuoco. Le candele. O le torce. Perché la notte del 13, secondo l’antico Calendario Giuliano corrispondeva, come detto, al Solstizio. E ancor di più perché nel profondo Nord germanico apriva il periodo di Yule. Le feste solstiziali, appunto. Dodici giorni esatti prima del 25. Ovvero del Natale. Che, non a caso, si trova esattamente al centro ta Santa Lucia e l’Epifania. Dodici notti magiche che introducono. Dodici notti magiche che seguono. La funzione di Lussia, Lucia, è esattamente speculare a quella della Befana. Entrambe portano doni. Entrambe, però, possono punire i malvagi. O meglio, coloro che non rispettano la regola di farsi trovare addormentati. Lucia accecandoli con la sua luce sfolgorante. La Befana portando il carbone. Simbolo di abissi inferi…
Certo la Santa Siracusana è bella. Bellissima. Mentre la nostra Befana… nonostante recenti rivisitazioni cinematografiche, proprio bella non è. Anzi…
Tuttavia provengono dallo stesso luogo. Il Regno Incantato, chiamiamolo così. Una è giovane. Apre le celebrazioni. L’altra, vecchia, le chiude.
Il tempo si rinnova, si avvolge su se stesso. Giovinezza e vecchiaia sono solo apparenze. Manifestazioni. E coesistono. Su un piano diverso. Che coincide con il nostro tempo solo in certe occasioni. Antiche Feste sacre…
Lucia è la misteriosa Lussia, forse divinità, forse essere incantato, dei Longobardi. Ma è anche Artemide, Diana la splendente. Che presenta un volto oscuro. Terribile.
Dante, che ancora ricordava, fa di Lucia una delle tre Donne, con Maria e Beatrice, che pregano, dal Cielo, per il suo viaggio. E che inviano Virgilio in suo aiuto… E Lucia è colei che illumina la Via.
Lucia è pura bellezza, incontaminata… Eppure, come Diana, presenta un aspetto erotico. Una sensualità che turba.
È giunta stanotte. A cavallo del suo asino. Ha portato piccoli doni ai bambini buoni. E anche a quelli, come mio figlio, un po’ troppo… vivaci.
Ma è di manica larga. Non ama le piccole mummie che oggi vengono portate a modello di rispetto delle, assurde, regole vigenti. Ama la vita. Perché è la luce. In tutte le sue molteplici, e contraddittorie, sfaccettature.