Bisogna avere fiducia negli esperti. A maggior ragione se si tratta di scienziati. Come quelli, italiani ed europei, che hanno vietato il vaccino Sputnik. Sì, proprio quello utilizzato a San Marino dove, nei giorni scorsi, sono state riaperte anche le discoteche. Spalancate anche ai giovani italiani che hanno superato il confine. D’altronde, nonostante la contrarietà degli esperti, nella repubblica del Titano la vaccinazione ha avuto successo. Così nessuno ha bloccato gli italiani in trasferta. E nessuno ha impedito agli ungheresi di riempire lo stadio per le partite degli europei di calcio. Già, Sputnik.

Però bisogna fidarsi. Di chi aveva annunciato stragi infinite per il mese di aprile, oppure per maggio. Di chi aveva sostenuto la pericolosità di passeggiare da soli in un bosco.
Non è un problema solo di pseudo scienziati televisivi. Perché il servilismo nei confronti di sedicenti esperti riguarda ogni settore. Basterebbe andare a ricontrollare le fantasiose previsioni degli economisti per sganasciarsi dalle risate o, a scelta, per avere attacchi di furore. Oppure si potrebbero rivedere i drammatici servizi televisivi sulla siccità, servizi alternati a quelli sulle piogge eccessive.
Magari bisogna fidarsi degli esperti di politica internazionale? Quelli che non azzeccano una sola previsione sull’evoluzione dei rapporti tra Paesi? Meglio puntare sugli esperti dei trend musicali ed artistici? Sì, probabilmente sì. Perché in questi casi gli esperti, in combutta con chi gestisce il business, non azzardano previsioni ma si limitano ad annunciare ciò che è già stato deciso: rumori e spazzatura spacciati per musica globale, rilanciata ossessivamente da circuiti radio per nulla indipendenti e da ospitate televisive che rispondono ai medesimi criteri.
Però queste non sono previsioni di esperti ma solo gestione del condizionamento.

Eppure i media insistono ad inginocchiarsi di fronte a qualsiasi imbecille che si autoproclama “tecnocrate”, esperto in qualsiasi argomento. Uomini e donne dalle certezze assolute, privi di dubbi. Loro “sanno”. Perché hanno seguito un corso online di mezz’ora sul cambiamento climatico, sullo yoga o sullo yogurt, sull’accensione di fornello o di un razzo spaziale.
Siamo circondati da esperti e forse è per questo che nulla funziona. Abbiamo esperti di Spid e di alimentazione alternativa, di trasporto ferroviario e di scuola. Tutti disponibili per una intervista in cui raccontano un presente che non esiste ed un futuro che mai si realizzerà. E tutti ad applaudire e ad inchinarsi di fronte alle pillole di scienza elargite da tv, radio e giornali.