Due ore e mezza di canzoni, senza interruzioni. Due ore e mezza che riconciliano con la musica vera, cancellando anni ed anni di Sanremo. Ed anche quando gli ultra settantenni Antonello Venditti e Francesco De Gregori evidenziano limiti nella voce, salendo di tono, riescono comunque ad essere infinitamente più bravi rispetto alle meteore attuali. Meteore osannate, celebrate, esaltate, ma incapaci di trasmettere alcunché.
I due vecchi romani, invece, sul palco di Torino trasmettono qualità, intelligenza. Splendide canzoni che hanno rappresentato la colonna sonora di più generazioni. E in sala le generazioni si mescolano, con una netta prevalenza dei meno giovani. Una risposta alle preoccupazioni di chi mette in guardia contro l’isolamento totale del 20% degli ultra sessantacinquenni. Il pubblico canta, applaude e si mette anche a ballare mentre i due grandi vecchi intonano “Buonanotte fiorellino”.

La musica come festa, come gioia, come ricordo di una vita. Una vita musicale che aveva già fatto incontrare Francesco e Antonello più di 50 anni fa, e che aveva portato al disco Theorius Campus. Poi ciascuno dei due aveva percorso la propria strada, costellata di successi assoluti, di brani rimasti nella memoria collettiva.
Ed ora persino il “Principe” ha smesso di prendersi sul serio, scherza con Venditti, insieme gigioneggiano. Si mettono a fumare sul palco (“scusate, la spengo subito” assicura De Gregori che continua imperterrito a gustarsi la sigaretta mentre Antonello fuma senza azzardare finte scuse), coinvolgono il pubblico che, per una sera, dimentica acciacchi e nipotini e si agita come se fosse sul prato di uno stadio. E non c’è neppure bisogno di un collegamento con Zelensky..

Un’operazione commerciale? Forse sì, ma non importa proprio a nessuno. Una serata di grandi canzoni, di grandi ricordi, di intenso piacere. Ed a proposito di analoghe operazioni “commerciali”, i critici del nulla avevano stroncato in passato anche l’altro “Principe” della canzone, Maurizio Vandelli che, con Shel Shapiro, aveva girato l’Italia con Love and Peace. Anche per questa inedita coppia si erano sprecati gli attacchi per la mancanza di voce, per la proposta di brani vecchi e sorpassati. Peccato che siano canzoni che il tempo non ha usurato e neppure consumato. A differenza delle grandi hit del momento. amate dai critici e che, a distanza di un anno, nessuno ricorda più, nessuno canta mai.