Filippo II di Macedonia è stato il diciottesimo re di Macedonia. Padre di Alessandro Magno, è noto per le gloriose imprese militari. Leggi anche questo articolo per scoprire alcune curiosità su Alessandro Magno.

LA vita
Infanzia
Filippo II di Macedonia nacque nel 362 a.C. a Pella, città della Grecia antica allora capitale dello stato macedone. Della sua infanzia si sa poco; dalle fonti e dai reperti pervenuti a noi sembrerebbe che, sin dalla nascita, Filippo si fosse dimostrato un “osso duro”: il parto della regina Euridice fu talmente duro e stremante che, una volta partorito il principe, lo affidò alle cure di una balia.
Adoloscenza
L’adolescenza di Filippo vide il giovane accumulare odio verso gli Illiri, invasori provenienti da nord-est. Numerosi furono i tentativi dei regnanti di respingerli. Alla morte del padre, re Aminta, al trono salì il fratello maggiore, Alessandro II. Alessandro II aveva compiuto la maggiore età ma era molto giovane quando salì al potere; i nemici della dinastia approfittarono di questo momento di debolezza e dell’inesperienza del nuovo sovrano, ricominciando la guerra. Il nuovo e giovane re affrontò simultaneamente sia l’invasione da parte degli Illiri da nord-ovest, sia l’attacco da est del pretendente Pausania. Mentre riuscì a sconfiggere quest’ultimo, Filippo cadde ostaggio prima degli Illiri e poi dei Tebani. Come questo scambio avvenne non si sa con certezza; gli storici romani ed ateniesi però, ipotizzarono che Filippo fu preso in ostaggio per suggellare una tregua con gli invasori.
Filippo II di Macedonia e l’esilio a Tebe
Gli anni della pubertà trascorsero, per il giovane Filippo, a Tebe. Qui, conobbe a fondo la lingua, i costumi, la politica e, soprattutto, le tattiche militari dei Tebani, allora le migliori della Grecia. Alla morte del fratello, Filippo riuscì ad ottenere la nomina di tutore sul giovane pretendente al trono, il nipote minorenne Aminta IV. Raggiunta l’età designata per salire al trono, però, il nipote rappresentava un ostacolo, e fu così che Filippo decise di calpestare il diritto al trono del pupillo, facendosi proclamare re.
Ascesa al trono e imprese militari
Salito al trono nel 359 a.C., Filippo II mise in pratica ciò che aveva imparato durante l’esilio a Tebe; riorganizzato l’esercito, insegnò alle proprie truppe come schierarsi in modo tale da comporre la famosa falange macedone; asset che gli garantì una serie di successi militari.

Messe in pratica tutte le tecniche apprese a Tebe sul proprio esercito, Filippo II sconfisse gli Illiri, i Peoni e i Traci, ridimensionando le mire espansionistiche dei nemici e costringendoli a grossi versamenti pecuniari. Contemporaneamente, Filippo II di Macedonia strinse un patto con Atene; alla cessione di Anfipoli corrispose il dominio di Pidna.
Nel 343 a.C., Filippo concluse un’alleanza con la Persia che rinunciò ad interferire nei territori europei. Atene e Tebe però, si ribellarono alla supremazia macedone; la risposta del sovrano fu chiara e netta: Filippo sconfisse Ateniesi e Tebani nella battaglia di Cheronea nel 338. A seguito della battaglia, Filippo costituì la Lega di Corinto, un’alleanza di polis greche molto vasta – dalla quale rimaneva esclusa Sparta. La Lega si alleò poi con la Macedonia, segnando così l’inizio della cosiddetta “egemonia panellenica“.
La morte di Filippo II
Filippo II di Macedonia non fu solo un saggio condottiero e re; ebbe anche un’intricata serie di amori che, a quanto pare, gli garantirono la morte. Il re aveva, poco prima della morte, divorziato dalla terza moglie Olimpiade, madre di colui che sarebbe diventato Alessandro Magno. Durante il matrimonio della figlia Cleopatra, Filippo fu assassinato da un ufficiale delle proprie guardie del corpo. Secondo le indagini, che portò avanti Aristotele, Pausania di Orestide uccise Filippo proprio perché al centro di una serie di relazioni amorose mal viste da un potente santuario greco.
Alessandro Magno curò i funerali del padre e decise di costruire per lui una tomba sotterranea a Ege, accompagnando il padre nell’aldilà con un ricco corredo funebre. La tomba rimase inviolata fino alla sua scoperta, avvenuta in epoca moderna. Salito al trono Alessandro Magno, infine, il nuovo re decise di invadere e conquistare la Persia -impresa nella quale riuscì- proprio come avrebbe voluto il padre.
