Cari lettori,
ieri, 2 Novembre 2022 è iniziata ufficialmente la Settimana dell’Arte Torinese, giorni in cui in città si respira un’aria nuova, diversa dal solito. In questa settimana, ormai da anni, la capitale sabauda è presa d’assalto da tanti turisti giunti da molte parti d’Italia e d’Europa, desiderosi di fotografare e godere delle opere esposte nei musei e nelle tante esposizioni distribuite per la città, nonché di partecipare alla mondanità artistica della Torino by night.
In questi giorni io e altri colleghi di redazione cercheremo di farvi partecipi della settimana più coinvolgente e eccitante dell’anno, vi porteremo all’interno delle 4 manifestazioni più note quali ARTISSIMA, PARATISSIMA, THEOTHERS e FALSHBACK nonché in tutte le connesse e collegate iniziative che sono state organizzate in città.
Per sette giorni Torino torna capitale, questa volta dell’arte contemporanea, e si colora di tutte le sfumature proprie dell’arte: novità, provocazione, eccentricità, follia, studio, ricerca e bellezza.
Il mio personale viaggio inizia con la preview della Pinacoteca Agnelli dove possiamo ammirare un meraviglioso parallelismo e incontro/scontro tra Tiepolo e Starling. La cornice della famigerata “pista” rende la visita alla mostra una esperienza sicuramente da non perdere (poi l’impatto al tramonto è certamente qualcosa da non farsi scappare!). Assai interessante e anche divertente la mostra di Sylvie Fleury intitolata “turn me on”!
Passando dal Lingotto alla collina il mio trekking artistico continua con la visita della decima edizione di “Flashback Art Fair”. Il tema scelto quest’anno è HE.ART che nasce dall’elaborazione di heart/cuore e Art/Arte: così come il cuore che pulsa per inviare sangue fino alla periferia del corpo, l’arte, da sempre per Flashback, lavora in modo capillare sulle periferie, nella forma delle opere, luoghi e persone. Da questo concetto è nata l’immagine guida realizzata sulla base dell’opera di Alessandro Bulgini OPERA VIVA-HE.ART, identificando l’arte come motore di cambiamento. Il tema è stato una naturale ispirazione per individuare le direzioni di tutte le iniziative previste, dalla scelta delle opere ai talk, dalle mostre ai vari laboratori didattici.
La mostra si snoda su tre piani in cui in ogni stanza si respira un’atmosfera contrastante, epoche antiche, pittori e scultori contemporanei, installazioni futuristiche… un mix and match davvero particolare ed unico che innesta nello spettatore una naturale curiosità nei confronti del mondo dell’arte.
La mia attenzione si è rivolta nei confronti delle Opere dell’artista Piero Persicalli, alcuni suoi quadri sono stati portati nei saloni di Flashback dalla Galleria Aleandri sita in Roma. E’ nata una piacevole conversazione con il gallerista Simone Aleandri che vi riporto.
B. “Mi parla dell’artista? Cosa vuole raccontare attraverso le sue opere ed il messaggio che vorrebbe donare al pubblico?”
S.A: “Persicalli nasce a Zara, è un pittore-disegnatore, compie i suoi studi tra Vienna e Monaco, è un artista europeo ed ha delle fasi distinte che noi abbiamo approfondito qua a Fashback con una selezione di opere, seguirà a Roma in primavera una mostra in sua memoria. I due momenti che abbiamo individuato sono quelli che si snodano tra il 1910 ed il 1915 quando lui vive a Monaco, ma è di passaggio anche a Roma per cui risente dell’ambiente delle secessioni europee e soprattutto dell’artista Edvard Munch e ci sono dei tasselli prettamente espressionisti nei suoi quadri, sia per tematiche sia per gesto espressivo che sembrano ricordare proprio le pennellate di Munch. Persicalli è anche un abile simbolista ed occultista, negli anni Venti comincia a lavorare con le arti applicate, realizza delle tempere che sono prototipi per tessuti o per cuscini e utilizza delle immagini visionarie inventate nei mondi sottomarini rappresentando pesci e sirene.
Persicalli risente anche del futurismo ed è un artista che in vita esponeva nelle principali gallerie italiane e nelle mostre poi, dopo la morte, tutto il suo fondo, tutte le sue opere rimangono presso i figli che non se ne occupano per cui dagli anni Trenta in poi l’artista sparisce completamente dal mondo espositivo fino a che pochissimi anni fa – e con questa accezione mi riferisco ad un anno e mezzo fa – gli attuali eredi decidono di vendere la casa di famiglia con tutte le opere all’interno contenute e quindi lì è stato possibile sia acquisire un grosso fondo sia compiere uno studio avanguardistico clinico sull’artista che abbiamo sviluppato in un catalogo che è possibile prendere durante la mostra”
Cambiando completamente genere rimango attratta da una stanza contenente molte teche piene di gioielli: collane, bracciali, spille ed orecchini, si tratta di collezioni di privati affidate ad una nota galleria torinese di cui non svelo il nome perché dovete assolutamente visitarla, vi lascio con questo alone di mistero!
La gallerista, senza che io faccia particolari domande, inizia a raccontarmi la storia dei preziosi che ammiro incantata. Sono gioielli risalenti agli anni Settanta/Ottanta, alcuni griffati ed alcuni no, anni che sono stati importanti un po’ per tutti i campi artistici perché c’è stata una frattura rispetto a quello che c’era prima: crisi, cambio degli usi e dei costumi, anche il gioiello ha subito un forte mutamento per aggiornarsi ai nuovi tipi di vita.
Nei momenti in cui si vive un cambio oppure una crisi vengono modificate anche alcune basi dell’arte per cui non era più importante solo la pietra, ma prendeva il sopravvento il design, venivano utilizzati anche dei materiali non preziosi perché l’attenzione era incentrata sulla forma e sul design del pezzo singolo. I gioielli più acquistati sul mercato dai collezionisti odierni sono quelli degli anni Venti e del 1800.
Sono duemila gli anni di storia coperti dalle opere presentate quest’anno dalle gallerie, con tematiche come potrete comprendere dai miei due piccoli spoiler dalla natura, a volte onirica a volte crudele, agli oggetti preziosi che ogni collezionista brama, al sacro e al profano fino ad arrivare all’astrazione, passando per le arti decorative.
Questo un piccolo e breve articolo che certamente non rappresenta la totalità della mostra ma, come vi dicevo, la settimana dell’arte è appena iniziata… quindi ecco il primo di molti pezzi del mio personale puzzle.
Buona visione!
Beatrice