Dopo qualche inevitabile tensione all’interno della maggioranza, Lega e Movimento 5 Stelle portano a casa i risultati voluti sulla sicurezza e sulla prescrizione.
La situazione si normalizza, la Borsa riprende e lo spread cala. Dunque serve una immediata offensiva contro l’Italia.
Inizia Draghi che pretende una riduzione del debito, lo segue Moscovici che presenta un quadro fosco delle prospettive di crescita, si inserisce il Fondo monetario internazionale con le consuete ricette lacrime e sangue.
Il tutto, ovviamente, con il plauso dei tg Mediaset e Rai, degli ex grandi quotidiani e soprattutto di tutti coloro che si inchinano di fronte a chi si spaccia per esperto.
Peccato che la grande esperienza di Moscovici sia stata, da ministro francese, quella di sforare quei limiti che ora vuole imporre all’Italia. E l’esperienza del Fondo monetario è quella che ha portato al disastro l’Argentina di Menem con una politica imposta proprio dal Fmi.
E nonostante la tragica esperienza del passato, il Fondo monetario sta nuovamente distruggendo l’Argentina che si era risollevata, utilizzando Macri per portare a termine il progetto criminale.
Uno non vale uno, ma non basta una laurea ed un incarico per trasformare un incapace in un grande economista. Se poi si aggiunge anche la malafede, il risultato negativo è garantito.
Ad agevolare l’aggressione esterna non mancano gli alleati sul fronte interno.
Questa volta è toccato al presidente di Assolombarda che ha denunciato un crollo degli occupati nella regione. Un calo che ha colpito le figure professionali più qualificate.
Per il presidente la colpa è del decreto dignità che combatte il precariato.
Dunque le aziende, secondo questa interpretazione, non assumono personale qualificato per crescere o perché ne hanno bisogno, ma solo per avere qualche precario da far giocare.
Curioso comportamento. Piuttosto di offrire un contratto sicuro ed un salario adeguato, preferiscono non assumere, non crescere, non essere competitive. Dunque la colpa è del governo che pretende di tutelare i lavoratori.