Mercoledì 26 agosto si è tenuto l’atteso vertice in videoconferenza tra Governo Regioni ed enti locali che aveva in agenda il protocollo unico per la gestione di eventuali casi di Covid all’interno delle scuole e quello dei trasporti. Erano presenti il ministro degli Affari Regionali Boccia con i ministri Azzolina, Speranza e De Micheli. Hanno partecipato anche il capo della Protezione Civile Borrelli e il commissario Arcuri.
Doveva essere la riunione decisiva, quella in cui il Governo avrebbe dovuto comunicare alle Regioni tutte le direttive ufficiali per la riapertura delle scuole, prevista per il 14 settembre. E invece, mentre il tempo stringe sempre di più, sono mancate tutte le indicazioni che gli enti locali, responsabili della gestione degli edifici scolastici e dei trasporti degli studenti, attendevano con ansia.
Il fatto che più inquieta e che, dalle parti di Palazzo Chigi, pare che davvero regni ancora la confusione più totale. A partire dal riparto dei docenti e del personale, passando per i banchi – diventati ormai il tormentone di questa estate – fino alle criticità del trasporto scolastico.
Tuttavia un’indicazione chiara è arrivata. Peccato sia paradossale.
La “ministra” dei Trasporti Paola De Micheli ha infatti proposto la soluzione definitiva legata al distanziamento. Abbiamo il problema di garantire il distanziamento sugli scuolabus? Semplice, aggiriamolo estendendo agli studenti la definizione di «congiunti» e così si risolve la questione!
Gli assessori regionali che erano collegati in video conferenza devono aver fatto un salto sulla sedia. Anche perché – devono aver pensato – se il concetto può passare sugli autobus, perché non estenderlo anche al posizionamento dei banchi in classe?
E le reazioni non si sono fatte attendere. L’assessore regionale all’istruzione della Regione Piemonte Elena Chiorino ha stigmatizzato con energia la posizione governativa. L’esponente della giunta Cirio reputa infatti quella del governo una politica che, oltre a confermare la più totale inadeguatezza e approssimazione, rappresenta una mancanza di rispetto verso tutti: dalle istituzioni agli studenti, dalle famiglie a tutto il personale scolastico, fino ai sindaci, in prima linea per provare a mettere una pezza alle lacune romane.
Per l’assessore regionale all’Istruzione sono ormai trascorsi troppi mesi per poter giustificare una tale mancanza di progettualità, considerando che la scuola dovrebbe essere al primo posto dell’agenda del governo rappresentando il futuro dei nostri figli e, di conseguenza, della nostra Nazione.
E invece si continua a brancolare nel buio, con linee guida confuse e non praticabili. Come quelle relative alle misure in caso di contagi sospetti, troppo macchinose, e che rischiano di inchiodare l’intero sistema. Lo stesso vale riguardo all’assenza di soluzioni definitive per il personale.
Una posizione condivisa anche dalla maggior parte dei rappresentanti degli enti locali e, immaginiamo, anche dei dirigenti scolastici e dei sindaci che hanno trascorso l’estate a scervellarsi su come riaprire le scuole tra pochi giorni, in mancanza di indicazioni precise da parte del Governo. Indicazioni che sono mancate anche in questa occasione.
Non è con le chiacchiere che si riapriranno le scuole. Ma sembra proprio che questo esecutivo e questa maggioranza non sappia fare di più.