Qualunque tentativo di rilanciare l’Italia non può prescindere da una riforma globale della giustizia. Non aggiustamenti di qualche particolare di secondaria importanza, ma un cambiamento radicale. D’altronde il libro di Sallusti “il Sistema” rappresenta la conferma di un malessere generale: nato come intervista al giudice Palamara, il libro è diventato una sorta di diario segreto delle toghe.

Partendo proprio da questo libro- denuncia, l’ Arsenale delle idee organizza per oggi a partire dalle 18,30 un dibattito virtuale che vuole porre l’ attenzione sul sistema giustizia italiano e sulla forza spropositata della Magistratura che, con buona pace del principio di separazione dei poteri di Montesquieu, si sostituisce pesantemente a quello legislativo ed esecutivo.
Il nodo centrale del problema non è come e perché il potere giudiziario sia diventato abnorme in questi ultimi 30 anni , ma perché tutto ciò non costituisca scandalo, non venga denunciato su ogni organo d’ informazione, non si faccia nulla di sostanziale per porre rimedio a questo strapotere.
Tanto più la magistratura vede ampliarsi in modo smisurato la sua forza, venendo meno al diritto che dovrebbe amministrare, tanto più aumenta l’ inefficienza nell’ esercizio della giustizia ordinaria.
Un connubio di poteri forti, di giornali conniventi e di magistrati che non rendono onore alla toga che indossano, schiacciano il paese, decidono appalti, inficiano bandi, gestiscono il potere sopra, oltre la politica.
E poi c’è l’ ordinaria amministrazione, dove il cittadino ha perso fiducia non solo nell’ apparato, ma nel principio stesso di giustizia.
La certezza del diritto, la sicurezza del fine processo, la presunzione d’ innocenza si stanno perdendo dentro una giungla telematica, dove sono tante, troppe le piccole e grandi ingiustizie che debbono subire ogni giorno coloro che entrano in tribunale, siano essi semplici cittadini che avvocati, che togati.
La diretta Facebook dell’ Arsenale delle idee vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Alessandro Sallusti e dei magistrati Alfredo Mantovano e Luigi Bobbio moderati da Raffaele Zanon e Manuela Lamberti.