L’autunno politico sarà caratterizzato da alcune elezioni regionali che potranno indicare la tenuta o meno del governo giallo verde anche se Lega e Movimento 5 Stelle correranno divisi.
Intanto, però, Forza botulino cerca di correre ai ripari di fronte a sondaggi disastrosi e in vista della primavera del prossimo anno quando si andrà alle urne sia per il Parlamento europeo sia in Regioni come il Piemonte.
Così Gilberto Pichetto, di Forza botulino, ha proposto alla Lega di firmare un patto per correre insieme proprio il Piemonte, completando il passaggio dell’intero Nord dal centro sinistra al centro destra.
Peccato che mentre Pichetto cercava una strada per una intesa, Tajani continuava a scagliarsi contro la politica leghista, sostenuto dalle immancabili Bernini, Gelmini, Carfagna. E, ovviamente, con il pieno appoggio del Giornale e delle reti Mediaset che, per inaugurare i nuovi programmi autunnali, hanno scelto Renzi come primo ospite politico.
La proposta di Pichetto, dunque, assomiglia quasi ad una presa per i fondelli. E se si aggiunge che il rappresentante subalpino di Forza botulino ha anche vantato la qualità degli amministratori locali del suo partito, la presa in giro diventa ancora più evidente.
Perché è stato proprio il suo partito, nelle precedenti giunte regionali, ad aver imposto assessori che flirtavano con l’opposizione oltre ad aver evidenziato limiti colossali nei rispettivi ruoli.
Eppure Forza botulino, nonostante il continuo ridimensionamento elettorale, vorrebbe scegliere il candidato alla presidenza regionale tra le sue fila.
Chissà quali altre pretese potrebbe avanzare. Posti nel listino blindato? Un assessore alla Cultura che prosegua nel sostegno esclusivo alle organizzazioni dell’opposizione? Un assessore alla Montagna che continui ad affidarsi all’Uncem a guida Pd? Un assessore all’Industria che prenda ordini da Confindustria?
Ovviamente ciascuno è libero di chiedere di tutto e di più, solo che non sono chiari i motivi per i quali la Lega dovrebbe accettare un simile accordo. La Lega è convinta di essere in crescita e dunque vorrebbe aspettare i risultati del Trentino, e magari anche di Abruzzo e Lucania, per mettere sul piatto delle trattative una crescita elettorale.
Forza Botulino ha paura di nuove sconfitte e, logicamente, preferirebbe raggiungere un accordo per il Piemonte prima dei risultati soprattutto trentini.